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Covid in Lombardia, Borghetti: “Servono 5.000 tamponi al giorno e un piano straordinario per le RSA”

L'allarme del vicepresidente del Consiglio regionale: "Senza un piano per le case di riposo, avremo ancora risultati drammatici". Sui vaccini antinfluenzali secco botta e risposta tra l'assessore Gallera e la consigliera Dem Rozza

Di Lorenzo Zacchetti
Pubblicato il 23 Ott. 2020 alle 07:56 Aggiornato il 23 Ott. 2020 alle 09:20

La seconda ondata del Covid-19 in Lombardia riporta il fuoco dell’attenzione sulle RSA, il settore più duramente colpito dalla prima fase della pandemia. Per fronteggiarlo al meglio, servono 5.000 tamponi al giorno e un piano straordinario per la gestione delle RSA. A lanciare l’allarme è Carlo Borghetti, esponente del Pd e vicepresidente del Consiglio regionale lombardo: “A marzo la Regione lasciò sole le RSA con i risultati drammatici che sappiamo”, argomenta. “Da allora la Regione ha fatto delibere e circolari a iosa per RSA e disabilità, ma quasi tutto è rimasto sulla carta, e adesso che la curva del contagio si impenna nelle RSA sale l’affanno: dove sono le strutture di appoggio per gli ospiti Covid+ previste dalla Regione? Dove sono i medici specialisti a supporto previsti dalla Regione? Quanti sono i tamponi disponibili per il tracciamento degli anziani asintomatici? Ad aprile l’82 per cento dei decessi Covid non era stato diagnosticato Covid: il tracciamento deve essere costante anche per gli ospiti, oltre che per il personale”. Secondo Borghetti, serve un piano-RSA strutturato secondo quattro punti:

1) 5.000 tamponi al giorno per poter testare regolarmente tutti gli ospti
2) Strutture apposite dove le RSA possano isolare i positivi, dove non possano farlo loro
3) Supporto di medici specialisti da ospedale a RSA, senza formalità burocratiche
4) Una cabina di regia anti-Covid per RSA e disabilità in Regione

“Da ultimo, ma fondamentale” – conclude Borghetti – “la Regione ha in tasca più di 60 milioni di contributi non versati alle RSA a causa dei posti letto rimasti vuoti: li trasferisca subito ai parenti e ai gestori per sostenere l’assistenza agli anziani. È tutto urgente: abbiamo già dimenticato il dramma dei mesi scorsi?!”. Borghetti ha esposto la sua tesi nel corso di una conferenza stampa organizzata dal Pd metropolitano, alla quale ha partecipato anche la consigliera regionale Carmela Rozza, che nelle ultime settimane ha più volte attaccato Regione Lombardia per i ritardi nella campagna vaccinale. L’assessore al Welfare Giulio Gallera le ha replicato definendola “un disco stonato”. Secondo l’assessore, Rozza “diffonde informazioni infondate, fuorvianti e strumentali. Il suo unico scopo è attaccare la Regione e ingenerare nei cittadini un pericoloso sentimento di allarme. Regione Lombardia sta rispettando totalmente il cronoprogramma delle vaccinazioni.

Le consegne sono ben definite e cadenzate alla rete delle farmacie e, da queste, ai medici e ai pediatri di famiglia”. “La consigliera Rozza – ha concluso Gallera – si metta quindi il cuore in pace. La campagna della Regione procede infatti regolarmente: 792.000 dosi di antinfluenzale saranno distribuite entro il mese di ottobre e altre 2.092.000 a novembre”. La controreplica dell’esponente Dem non si è fatta attendere: “Gallera non smentisca me, smentisca se è in grado la comunicazione dell’Asst Fatebenefratelli Sacco che veniva distribuito ieri in un centro vaccinale di Milano. Quell’avviso informa i cittadini che sarebbe stato possibile prenotare il vaccino, quindi non ancora farlo, dal 3 di novembre in poi, anche per le persone fragili e le donne in gravidanza. Gallera chieda alla direzione dell’Asst o alla sua direzione generale il perché di quella comunicazione. Oppure smentisca i medici di medicina generale che raccontano che stanno ricevendo trenta sole dosi in queste ore e che non sanno come fare a rispondere alle richieste. Dicano la verità ai cittadini, perché il momento è difficile e c’è bisogno di grande serietà”.

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