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Home » Migranti

Migranti, nave Geo Barents sbarca a Taranto: è la prima dopo il decreto sulla “stretta” alle ong

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La nave Geo Barents della ong Medici senza frontiere è attraccata stamattina nel porto di Taranto dopo aver tratto in salvo in totale 85 persone, 41 in un primo salvataggio e 44 durante un trasbordo da un mercantile.

È la prima imbarcazione di una organizzazione non governativa a far sbarcare migranti in Italia dopo l’approvazione del decreto che impone di raggiungere “senza ritardi” il porto di sbarco indicate dalle autorità Sar, e – nel caso di salvataggi plurimi – dispone che quelle successive alla prima non debbano compromettere le tempistiche concordate.

Le pene per chi non rispetta la legge vanno dalle sanzioni amministrative tra i 10mila e i 50mila euro al il fermo amministrativo dell’imbarcazione fino a 2 mesi.

Juan Matias Gil, capo missione di Medici Senza Frontiere, ha detto all’Ansa che esclude la possibilità di un sequestro: “Non c’è un motivo valido. Noi stiamo spendendo più soldi in legali che nella ricerca e soccorso. È un paradosso, è ridicolo. Noi stiamo salvando vite e stiamo consultando i legali per contestare ogni misura, ogni nuova regole per vedere se questo è in linea con la normativa, anche internazionale”.

Gil sostiene che i soccorsi “sono stati chiesti e coordinati dalle autorità italiane”: “Quindi, non c’è motivo per il sequestro e per qualsiasi tipo di sanzione”. Entrambe le operazioni di salvataggio sono state portate a termine su richiesta dell’Imrcc (Italian Maritime Rescue Coordination Centre).

Intervistato a Radio Anch’io, il capo missione di Msf ha specificato: “Le nuove norme sulle navi delle Ong sono in contraddizione con il diritto internazionale. Quando c’è un caso aperto, per tutti i comandanti c’è l’obbligo, non l’opzione, di intervenire sull’emergenza per salvaguardare la vita delle persone”.

Nelle prossime ore bisognerà vedere come il ministero dell’Interno valuterà il comportamento dell’equipaggio della nave: diversamente da quanto disposto dal decreto, infatti, a bordo non è stata firmata alcuna richiesta di asilo politico. I migranti sono stati informati su quali sono i loro diritti, ma decideranno loro se inoltrare l’istanza in Questura.

Nelle speranze del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, far compilare a bordo le richieste avrebbe significato intestare allo Stato di cui la nave batte bandiera la responsabilità dell’esame della richiesta di protezione internazionale e l’eventuale rimpatrio.

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