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Fabrizio Moro si mette a nudo: “Sono un vero ipocondriaco, e alle medie ero bullizzato”

Fabrizio Moro
Di Maria Elena Gottarelli
Pubblicato il 3 Mag. 2019 alle 20:49 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:51

“Ognuno di noi avrebbe l’impulso di combattere, ma poi non agisce perché si guarda intorno e vede che nessun altro lo fa. Siamo tanti Don Chisciotte arresisi ancora prima di iniziare la battaglia”: sono le parole di Fabrizio Moro, cantautore romano, classe 1975.

In un’intervista fiume per Dagospia, l’interprete di Eppure mi hai cambiato la vita si mette a nudo sulle sue ambizioni, sulle sue più intime paure e sulla rabbia con cui da sempre convive.

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“Vado a letto all’una e non prendo mai sonno. Nemmeno se sono stravolto. Devo per forza leggere o guardare un film” spiega, confessando di essere un ansioso e di essere in fissa con Il trono di Spade: “Mi fa staccare il cervello, mi porta in un altro mondo”.

Un mondo, quello di Fabrizio Moro, che sembra decisamente affollato. La meditazione? “Inutile: per meditare devi svuotare la testa. Appena ci provo mi si affolla ancora di più. Per questo faccio fatica ad addormentarmi”.

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Sulla sua infanzia, il cantautore romano racconta di essere sempre stato un bambino con i sogni grandi e i mezzi limitati. Padre operaio, madre casalinga, Fabrizio Moro non poteva nemmeno dedicarsi alla sua grande passione, la musica. “Dovevo lavorare. Ero frustrato: non avevo nulla”.

“Alle superiori partecipavo spesso alle manifestazioni. Mica per saltare la scuola: protestavo per rabbia. Da piccolo ero bullizzato. Ora sono un duro”.

Eppure, Fabrizio Moro spiega che la rabbia per lui non è mai stata un freno ma un motore per cambiare le cose. Una voglia di lasciare il segno che si ritrova nel testo di una delle sue canzoni di maggiore successo, Pensa, ma anche nell’esperienza personale dell’artista romano.

“Se hai coraggio, l’arte può cambiare le cose”, sostiene Moro, citando l’esempio del film su Stefano Cucchi Sulla mia pelle, che ha contribuito a riaprire un caso da anni sepolto nei meandri della giustizia italiana.

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Quanto all’amore, Fabrizio Moro, padre di due bambini (Anita e Libero) confessa di essere un tipo poco espansivo. “Non sono quello che scrive una canzone e corre a farla ascoltare alla fidanzata. Non sono quello che scende dal palco e le racconta le emozioni provate lassù”.

In effetti, Fabrizio Moro non crede nel l matrimonio se non da vecchi, come culmine di una vita passata insieme.

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Le malattie? “Sono un vero ipocondriaco, Faccio gli esami del sangue prima di ogni concerto. Chiamo il medico continuamente, anche di notte se avverto qualcosa di strano”, confessa ancora il cantautore, che ammette di essere soggetto a importanti sbalzi di umore: “Credo che, fino al prossimo concerto, andrò in depressione”.

Fabrizio Moro si esibirà al PalaLottomatica di Roma il prossimo 19 ottobre.

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