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    Vaccini: il patto tra Draghi, Merkel e Macron per cambiare marcia in Europa

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 22 Mar. 2021 alle 08:59 Aggiornato il 22 Mar. 2021 alle 14:11

    Vaccini, il patto tra Draghi, Merkel e Macron

    La governance europea della campagna vaccinale impone un cambio di passo: in Italia le somministrazioni restano arenate su numeri ancora troppo bassi rispetto alla velocità con cui si muove il virus e a quella con cui gli altri Paesi, dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti, stanno procedendo. E la situazione non è diversa nel resto dell’Unione Europea.

    Per questo Italia, Francia e Spagna, in occasione del Consiglio Europeo in programma giovedì prossimo, lavoreranno per presentare alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, nuove regole e principi da seguire nelle contrattazioni future. Un patto per incalzare l’Unione Europea e monitorare il suo operato.

    Quali sono stati gli errori commessi in passato? Una certa timidezza nella contrattazione con i colossi farmaceutici produttori dei vaccini e troppa preoccupazione per le possibili critiche e polemiche da parte dei singoli Stati Membri. Così l’efficienza e l’effettivo raggiungimento degli obiettivi – vaccinare quante più persone possibili il più velocemente possibile – sono passati in secondo piano.

    E mentre gli Stati Uniti hanno superato le 100milioni di dosi somministrate, l’Unione Europea resta il fanalino di coda nonostante il sistema di welfare e l’università del sistema sanitario nazionale. Entro giovedì Mario Draghi, Emmanuel Macron e Angela Merkel, come anticipa Repubblica, “formuleranno le proprie aspettative e illustreranno le proprie indicazioni alla presidente della Commissione”.

    È stata soprattutto la sua azione a non essere giudicata “all’altezza della situazione” nella definizione dei contratti e nelle trattative per reclamarne il rispetto e l’ampliamento. Ma se prima l’asse trainante dell’Ue era quella franco-tedesca, ora è Mario Draghi che cercherà di imporre un’accelerazione a Bruxelles insieme a Merkel e Macron, superando le possibili resistenze della cancelliera tedesca: von der Leyen resta espressione della Germania, nonostante i rapporti tra le due non siano più quelli di una volta.

    E ora i tre leader sono in contatto costante. L’idea è quella di “affiancare e coadiuvare il “governo” dell’Ue nelle decisioni e nelle operazioni che concernono la battaglia contro il Coronavirus”. Sul tavolo del summit di giovedì dovrà esserci un patto ancora più stringente

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