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    La svolta di Biden in Yemen: gli Usa ritirano l’appoggio all’Arabia Saudita

    Joe Biden Credits: Twitter
    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 5 Feb. 2021 alle 13:59 Aggiornato il 5 Feb. 2021 alle 14:03

    “La guerra nello Yemen deve finire”. Così, durante il suo discorso al dipartimento di Stato, il presidente Joe Biden ha annunciato il ritiro del sostegno degli Usa dall’offensiva militare della coalizione guidata dall’Arabia Saudita.

    “Niente più armi all’Arabia Sadita”

    “Per sottolineare il nostro impegno, poniamo fine a tutto il sostegno americano alle operazioni offensive nello Yemen, compresa le vendite rilevanti di armi“, ha chiarito Biden. “Washington – ha aggiunto il presidente – continuerà ad aiutare e sostenere l’Arabia Saudita nella difesa della sua sovranità”.

    Va ricordato, che la guerra in Yemen è partita durante l’amministrazione Obama, a marzo 2015, e ha provocato oltre 100.000 morti e danni materiali incalcolabili alle infrastrutture civili del Paese mediorientale.

    Biden con il suo discorso ha scelto di lanciare un messaggio al mondo: “L’America è tornata, la diplomazia è tornata. Promettiamo di ricostruire le alleanze, grazie anche ai diplomatici statunitensi che sono la faccia dell’America”.

    Cosa significa questa mossa

    Le prime mosse di politica estera del neopresidente Biden lasciano chiaramente intendere l’intenzione di voltare pagina rispetto a Donald Trump. L’annuncio di voler congelare le vendite di armi a Riad oltre ad ogni altro tipo di sostegno logistico in quella che ha definito “una catastrofe umanitaria e strategica” segnano una svolta rilevante.

    Sino agli ultimi giorni del suo mandato, Trump aveva continuato a sostenere i raid sauditi sullo Yemen, tanto da dichiarare “terroriste” le milizie Houthi pro-iraniane. Il suo stretto rapporto con il principe ereditario Mohammad bin Salman, l’aveva persino indotto a evitare qualsiasi condanna pubblica per il brutale assassinio del giornalista Jamal Kashoggi nel consolato saudita di Istanbul nel 2018. Già durante la campagna elettorale Biden aveva promesso di voler “riconsiderare la politica Usa in Yemen”. Adesso l’ha fatto veramente.

    “Contrasto agli abusi della Cina”

    Durante il suo discorso, il capo della Casa Bianca ha parlato anche di Cina: “Risponderemo direttamente alle sfide poste alla nostra prosperità, alla nostra sicurezza e ai nostri valori democratici dal nostro più serio competitor, la Cina”, ha avvertito. “Contrasteremo gli abusi economici della Cina, il suo corso di azioni aggressivo contro i diritti umani, sulla proprietà intellettuale e sulla governance globale – aggiunge – ma saremo pronti a lavorare con Pechino se sarà nell’interesse dell’America”.

    “Linea dura con il Cremlino”

    Infine, Biden ha chiesto il “rilascio immediato senza condizioni” del leader dell’opposizione russa Alexei Navalny. Il presidente Usa dice di aver avvertito il capo del Cremlino, Vladimir Putin, durante il loro colloquio telefonico della scorsa settimana che non tollererà più “lasciapassare”. Nel suo intervento al dipartimento di Stato, il nuovo presidente ha promesso una linea dura contro gli abusi del Cremlino, a partire dall’interferenza nelle elezioni americane, e contro gli “autoritarismi”, con una chiaro riferimento all’arresto del leader dell’opposizione.

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