Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:46
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Usa, pianificava attacchi alla Casa Bianca con razzi anticarro: arrestato 21enne “radicalizzato”

Immagine di copertina

L'uomo pianificava attentati alla Casa Bianca e in altri luoghi significativi di Washington Dc

Il 16 gennaio 2019 i federali hanno arrestato in Georgia, negli Stati Uniti, un uomo che pianificava attentati alla Casa Bianca e contro altri luoghi significativi di Washington Dc.

L’uomo, identificato come Hasher Jallah Taheb, voleva impiegare esplosivo e razzi anticarro nei suoi attacchi, secondo quanto affermato dall’Fbi nei documenti depositati in uno dei tribunale di Atlanta.

Hasher Jallah Taheb era già noto alle forze dell’ordine: era da tempo nel mirino della task force antiterrorismo di Atlanta, di cui fa parte anche l’Fbi

Secondo quanto riporta l’Atlanta Journal-Constitution, Hasher Jallah Taheb, 21 anni, originario di Cumming, in Georgia, è comparso in tribunale e il suo piano è stato scoperto grazie alle rivelazioni di un informatore dell’Fbi: Taheb aveva concordato di dare all’informatore la sua auto in cambio di armi ed esplosivo.

La Casa Bianca non era l’unico obiettivo dell’uomo: secondo la Abc, Hasher Jallah Taheb voleva anche attaccare il Washington Monument, il Lincoln Memorial e una sinagoga.

Taheb, che non possiede un passaporto statunitense, secondo le autorità si era radicalizzato, come da lui stesso confessato ad un agente dell’Fbi sotto copertura.

Nel corso della conferenza stampa seguita all’arresto, gli agenti hanno spiegato che credono che stesse agendo da solo.

“Taheb è stato incriminato dopo un anno di indagini”, hanno precisato agenti dell’Fbi, che hanno anche spiegato che il loro lavoro era iniziato dopo una segnalazione anonima arrivata nel marzo del 2018, in cui si riportava la radicalizzazione di Taheb.

L’uomo di recente aveva cambiato nome e secondo le autorità stava pianificando un nuovo viaggio all’estero.

Gli agenti dell’Fbi dopo la segnalazione hanno aperto un canale di comunicazione con Taheb che, nell’agosto 2018, stava cercando di vendere la sua auto per raccogliere fondi per viaggiare all’estero, in particolare nei territori sotto il controllo dell’Isis.

A dicembre dello stesso anno Taheb avrebbe poi confessato ad un agente sotto copertura di voler colpire la Casa Bianca e altri luoghi di Washington.

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”