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Home » Esteri

Ucraina, Erdogan sente Putin e Zelensky al telefono: il piano della Turchia per arrivare alla pace

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Erdogan “intende offrire ancora una volta la mediazione di Ankara nel processo negoziale”: fonti diplomatiche, parlando con le agenzie stampa russe, riportano la disponibilità della Turchia a mediare – ancora una volta – tra Mosca e Kiev per arrivare a una tregua nel conflitto.

Oggi colloqui incrociati con Putin e Zelensky per cercare punti di contatto, dopo che Erdogan aveva già incontrato di persona il titolare del Cremlino a Teheran, Sochi e Samarcanda in tre diversi vertici internazionali.

Dall’inizio della guerra i due leader hanno parlato spesso al telefono, e la mediazione di Ankara è stata determinante per lo sblocco dei porti ucraini che ha garantito le esportazioni di grano verso Medio Oriente ed Africa.

Ad agosto, Zelensky ha ospitato Erdogan e a Lviv, segno che il leader turco può accreditarsi in maniera credibile presso entrambe le parti.

Il quotidiano turco Milliyet riferisce che la Turchia sarebbe pronta ad organizzare colloqui tra Russia, Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito, un piano sottoposto al vaglio di Washington che avrebbe ricevuto commenti “positivi”.

Mentre Kiev chiede l’uscita di Mosca dalle Nazioni Unite e il Cremlino soffre di sindrome da accerchiamento, il dialogo promosso dalla Turchia potrebbe funzionare là dove l’Onu ha – per ora – fallito.

Erdogan ha un buon rapporto con Putin: entrambi sono autocrati che governano i rispettivi Paesi reprimendo il dissenso. Sul piano militare, invece, l’alleanza è migliore con Kiev: i droni utilizzati dall’esercito ucraino alla fine di febbraio per fermare l’avanzata russa erano turchi, prodotti dalla ditta Baykar guidata dal genero di Erdogan.

Ci sono poi motivazioni di natura economica dietro gli interessi della Turchia affinché la guerra cessi: Ankara ha condannato le sanzioni contro la Russia, e il Paese, di fronte a un forte aumento dell’inflazione, ha bisogno delle risorse russe a basso prezzo come gas, petrolio e grano, ed è disposto a pagarlo anche parzialmente in rubli.

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