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    Dalla Serbia agli Emirati Arabi, dalla Russia alle Mauritius: è boom del turismo vaccinale

    Cartina e vaccini Credits: Flikr
    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 15 Apr. 2021 alle 21:14 Aggiornato il 15 Apr. 2021 alle 21:16

    La distribuzione non equa dei vaccini a livello globale ha fatto fiorire un nuovo fenomeno: il turismo vaccinale. Ovvero quei viaggi dove la dose di vaccino è compresa. Al momento è perfettamente legale e alcuni Paesi si stanno davvero specializzando in questa pratica.

    Negli Usa spostamenti tra Stati

    Il pacchetto vaccino compreso non avviene soltanto da uno Stato all’altro degli Stati Uniti (la Florida ha dovuto specificare che vaccinerà solo residenti e residenti part-time stagionali, perché era stata presa d’assalto da turisti ansiosi di ricevere il vaccino: 37 mila americani residenti altrove erano stati vaccinati nello Stato suscitando le proteste dei residenti) ma anche da una nazione all’altra.

    Negli States la questione legale si è complicata: se da una parte ci sono località sciistiche (nello Utah per esempio) che vaccinano volentieri i turisti (garantiscono a alberghi e impianti sciistici una doppia visita, per la prima inoculazione e per il richiamo successivo), i divieti statali come quello imposto dalla Florida si scontrano con un problema. I vaccini sono stati garantiti dal governo federale che li distribuisce poi ai singoli Stati, che non avrebbero il potere legale di decidere a chi inocularli.

    Uk: il caso del Knightsbridge Circle

    Il Daily Telegraph ha citato il caso abbastanza clamoroso (ma perfettamente legale) del Knightsbridge Circle, un servizio di viaggi di lusso a Londra che addebita 25 mila sterline all’anno per l’adesione (28 mila euro), un club per membri abbienti il cui fondatore, Stuart McNeill, organizza vacanze-vaccino per ultra 65enni negli Emirati Arabi Uniti. Sole, mare, vaccino anti-Covid (in Gran Bretagna, la vaccinazione è disponibile solo tramite il Servizio Sanitario Nazionale, il mitico Nhs).

    Da quando ha reso pubblica l’offerta il club ha ricevuto più di 2.000 richieste di adesione. Al punto che McNeill ora accoglie anche i non-membri del suo club: 10 mila sterline a testa (11.200 euro), solo ultra 65enni o persone con provate malattie che li rendano categoria prioritaria per accedere al vaccino e poter andare negli Emirati.

    Il paradiso delle Mauritius

    Turismo vaccinale anche per le Mauritius, nell’oceano Indiano sud-occidentale, a 1.100 chilometri a Est del Madagascar.  Il paese ha annunciato di aver ampliato il suo piano vaccinale a tutti i visitatori internazionali di lungo periodo sopra i 18 anni. Nella sostanza, a quelli che chiederanno e otterranno il visto cosiddetto “premium”, rinnovabile, che consente ai viaggiatori di trascorrere fino a 12 mesi nella cornice paradisiaca.

    In Serbia ampia scelta tra vaccini

    Tra i Paesi che si sono attrezzati c’è anche la Serbia, che ha avviato una campagna parallela per i non residenti che prevede la possibilità di scegliere tra i vari preparati a disposizione, ovvero quelli a tecnologia mRna di Pfizer e BionTech o Moderna, quelli a vettore virale come AstraZeneca e il russo Sputnik V o quello con virus inattivato Sinopharm, prodotto in Cina. Gli ultimi due sono ancora in attesa dell’autorizzazione all’uso da parte dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema).

    L’ambasciata italiana di Belgrado spiega che tutti gli italiani possono accedere alla vaccinazione in Serbia a partire dall’11 gennaio, anche se non provvisti di permesso di soggiorno. Per farlo è necessario esprimere il proprio interesse a vaccinarsi contro il Covid-19 compilando un questionario presente sul portale governativo eUprava, che per il momento è disponibile solo in lingua serba, sia con caratteri cirillici che latini. E sulla piattaforma è possibile esprimere una preferenza multipla per diversi vaccini.

    Più vaccinati ci sono…meglio è?

    Un epidemiologo direbbe che, ovviamente, più gente si vaccina meglio è (il problema sono piuttosto i No Vax). E ogni Paese gestisce ovviamente come crede le proprie scorte, se affidarle alla sanità pubblica o se dividerle con i privati. Ma c’è il dubbio che non sia esattamente “etico”, visto che evidentemente un viaggio simile può farlo solo chi può permetterselo.

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