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    Il negazionista col Covid: come può influire il contagio di Trump sulle elezioni presidenziali

    Illustrazione di Emanuele Fucechi
    Di Giampiero Gramaglia
    Pubblicato il 2 Ott. 2020 alle 16:06

    L’incognita è se nell’America che scopre svegliandosi di avere un presidente positivo al coronavirus scatterà la sindrome del “ben gli sta” o quella del “poverino”: per uno che va in giro ostentatamente senza mascherina e che snobba medici e virologi; e per uno che lavora senza posa per il bene dell’Unione (e per la sua rielezione). La prima, quella di chi come me subito pensa al filotto dei più o meno “negazionisti”, finiti tutti contagiati, Boris Johnson, Jair Messias Bolsonaro e ora Trump, sarebbe politicamente letale; la seconda ridarebbe invece fiato a una campagna alle prese con l’epidemia e l’economia, Law&Order e la Corte Suprema, le tasse e i dibattiti.

    Per il momento, si sa che Trump ha sospeso i suoi impegni e s’atteggia a “positivo” modello, che s’attiene alle disposizioni dei medici e non mette a repentaglio la salute sua e del prossimo. Come se, nel passato recente del magnate presidente, non ci fossero i comizi senza mascherina e senza distanziamento da Tulsa in poi, le ammucchiate senza precauzioni a Baltimora e alla Casa Bianca durante la Convention repubblicana, i voli un po’ affollati sull’AirforceOne e quelli addirittura pigiati in elicottero, dove c’era pure Hope Hicks, forse l’untrice, se non é una vittima.

    Quel che accadrà di qui in poi non è chiaro. Né è chiaro che impatto tutto ciò avrà sulla campagna, cominciando dai due dibattiti televisivi restanti, il 15 (che sarebbe al limite della quarantena) e il 22 (che ne sarebbe fuori). La Casa Bianca fa sapere che il presidente e la first lady “si sentono bene”, ma non dice che siano asintomatici. E il medico del presidente assicura che Trump può fare il suo lavoro, mentre fonti mediatiche dicono che la Hicks “sta male”.

    Di sicuro, erano quasi quarant’anni, dal 1981, da quando Ronald Reagan fu vittima di un attentato e rischiò di morire, che non c’era tanta apprensione per la salute di un presidente: Trump ha 74 anni ed è quindi considerato di per sé “a rischio Covid-19”. L’annuncio con un tweet all’una di notte è un fattore di drammatizzazione, nel pieno di una campagna elettorale in un Paese fortemente polarizzato, con il voto già in corso in molti Stati.

    La campagna di Joe Biden non ha diramato notizie sulla salute del candidato democratico, che, martedì notte, è stato per 90’ minuti con Trump sul palco del dibattito televisivo, a Cleveland, nell’Ohio, ma sempre a debita distanza e senza strette di mano. Interpellati dal New York Times, alcuni esperti giudicano improbabile che Biden, 78 anni, possa avere contratto lì il virus, altri non lo escludono.

    E c’è chi mette sotto accusa il comportamento della Casa Bianca in questa vicenda: la positività della Hicks non è stata subito annunciata e i suoi colleghi e collaboratori hanno continuato per tutta la giornata di ieri a lavorare normalmente, mettendo a rischio l’incolumità propria e dei visitatori. La giovane e disinvolta (nelle sue affermazioni) portavoce del presidente Kayleigh McEnany, che martedì notte aveva viaggiato con la Hicks, ha fatto il suo briefing senza parlarne e senza mascherina. E nella hall del dibattito a Cleveland – riferiscono giornalisti che erano presenti – molti membri dello staff presidenziale non avevano la mascherina, nonostante il personale medico di servizio chiedesse loro di metterla.

    Il presidente e la first lady trascorrono la quarantena alla Casa Bianca. La notizia della positività della Hicks, anticipata dalla Bloomberg, era stata confermata da Trump in serata, in un’intervista alla Fox e in un tweet. “Hope, che è una grande lavoratrice e che ha lavorato duramente senza prendersi neanche una piccola pausa, è positiva al Covid-19. Terribile! Io e la First Lady stiamo aspettando i risultati dei nostri test. Nello stesso tempo, iniziamo la quarantena”.

    La Casa Bianca in una nota precisa che il presidente “prende molto sul serio la salute e la sicurezza di se stesso e di tutti coloro che lavorano per lui, oltre che di tutti gli americani. La Casa Bianca collabora con il medico del presidente e col dipartimento militare della Casa Bianca per assicurare che tutte le procedure incorporino le linee guida” delle autorità sanitarie “per limitare l’esposizione al Covid-19”.

    Ex modella ed ex dipendente della Trump Organization, la Hicks, 32 anni, è consigliere di Trump dal febbraio scorso. Prima era stata direttrice delle comunicazioni strategiche della Casa Bianca, dal gennaio al settembre 2017, e poi direttrice della comunicazione fino al marzo 2018. Dei contagi finora registrati alla Casa Bianca, il suo era decisamente quello più vicino al presidente. La notizia arriva quando, secondo i dati della Johns Hopkins University, gli Stati Uniti registravano, alla mezzanotte sulla East Coast, quasi 7.278.000 contagi e quasi 207.800 decessi.

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