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    In Sudan è stato trovato l’accordo per un governo di transizione

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 5 Lug. 2019 alle 11:56 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 11:06

    Sudan accordo | Governo transizione | Rivoluzione 

    Sudan accordo – “Oggi la nostra rivoluzione ha vinto”: così i leader della Sudanese Professionals’Association, il movimento pro-democrazia che ha abbattuto ad aprile il dittatore del Sudan Omar al-Bashir, hanno salutato l’accordo di condivisione del potere stretto tra militari e forze della società civile.

    In Sudan, l’esercito e i rappresentanti dei gruppi di opposizione hanno trovato un accordo per formare un governo di transizione e uscire dalla crisi politica iniziata con la deposizione di Omar al Bashir nello scorso aprile.

    L’accordo, ha detto Mohammed el-Hassan Labat, include una tabella di marcia per una transizione verso un governo guidato da civili.

    Entrambe le parti hanno concordato di formare un consiglio sovrano congiunto che governerà il Paese per “tre anni o poco più”. Il consiglio sarà composto da cinque militari e cinque civili, mentre un’altra poltrona andrà a un civile con un background militare.

    L’accordo è destinato a porre fine allo stallo in cui si trova il Paese africano dopo la deposizione del trentennale autocrate Omar al-Bashir avvenuta lo scorso aprile. I negoziati erano falliti quando le forze di sicurezza avevano attaccato il mese scorso i manifestanti a Khartoum che chiedevano il passaggio dei poteri a un governo civile, e sono ripresi questa settimana sulla scia di forti proteste lo scorso weekend.

    Sudan accordo | Formazione

    Il governo di coalizione dovrebbe essere formato da 5 civili e 5 militari, con un undicesimo posto riservato a un civile con un passato nell’esercito. Dovrebbe rimanere in carica in tutto circa tre anni e consentire intanto di preparare il paese per libere elezioni; il controllo del governo sarà a rotazione di civili e militari.

    L’accordo sembra poter funzionare, ma la situazione in Sudan negli ultimi mesi è stata molto fluida e ha dimostrato di poter cambiare repentinamente. A mediare l’accordo sono stati l’Etiopia e l’Unione Africana, che hanno facilitato due giorni di intense trattative tra esercito e opposizione.

    Sudan accordo | L’ultimo attacco

    La svolta è arrivata dopo settimane di impasse politica. Gli ultimi negoziati erano falliti a inizio giugno, quando durante un periodo di stallo l’esercito aveva attaccato un campo permanente dei manifestanti nella capitale Khartum.

    L’attacco aveva provocato decine di morti (100 secondo l’opposizione, 62 secondo i militari) e aveva complicato la possibilità di un accordo: l’esercito aveva allora annunciato nuove elezioni, ma quel piano è stato per ora abbandonato. Nelle ultime settimane, i gruppi di opposizione civile erano tornati in gran numero a protestare, con enormi manifestazioni e sit-in.

    > Sudan: la lista delle 100 persone uccise nell’ultima settimana di sangue

    Sudan accordo | Il contesto

    La tensione è stata alta per mesi in Sudan. Dopo il golpe che ad aprile 2019 ha rovesciato il presidente Omar al-Bashir, rimasto al potere per 30 anni, il Consiglio militare di transizione e le opposizioni civili non hanno trovato un accordo sulla formazione del governo. L’esercito, che regge il potere, ha convocato nuove elezioni entro nove mesi.

    Sono così riprese le proteste di piazza, che sono ben presto sfociate in duri scontri tra manifestanti e polizia. Il bilancio degli ultimi giorni è di circa 118 morti. Una situazione che ha portato l’Organizzazione Mondiale della Sanità a denunciare gravi violazioni dei diritti umani.

    L’uomo più potente del Sudan era diventato il presidente de facto, Mohamed Hamdan. Le sue milizie, già attive nel conflitto del Darfur, controllano la capitale con terribili stupri e stragi per reprimere il dissenso.

    Dopo mesi di violenza, con l’accordo raggiunto molte cose potrebbero cambiare in Sudan.

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