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Home » Esteri

La protesta delle studentesse armate di pietre che preoccupa il Kashmir

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Nel Kashmir, in India, per la prima volta nella storia centinaia di studentesse sono scese in strada cantando “vogliamo la libertà” e lanciando pietre contro la polizia

In India, nel territorio del Kashmir, alcune studentesse, armate di pietre, hanno deciso di supportare i giovani separatisti contro le forze armate indiane, in nome della libertà.

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Nel Kashmir sono in corso scontri tra la polizia e gli studenti, a causa dell’occupazione e della repressione indiana.

Alcune studentesse hanno unito le loro forze per supportare i manifestanti, per la prima volta nella storia recente.

“Molti di questi ragazzi sono stati uccisi” ha affermato la diciottenne Nisha Zahoor, che armata di pietre ha preso parte agli scontri contro le forze paramilitari in una piazza del mercato.

“Adesso le ragazze usciranno e andranno a protestare per la libertà” ha ribadito la giovane.

I funzionari, che non vogliono vedere ripetersi i cinque mesi di violenza che l’anno scorso hanno paralizzato la regione, hanno fatto appello alla calma. Il capo dello Stato, Mehbooba Mufti, ha raggiunto New Delhi per spingere il primo ministro Narendra Modi a discutere con i separatisti.

Un nuovo battaglione di polizia femminile è stato istituito per affrontare le studentesse e altri problemi di pubblica sicurezza.

Il governo ha inoltre proclamato un divieto di un mese per l’uso di alcuni social network, come WhatsApp, Facebook, Twitter e altri ancora, per rallentare la diffusione di video virali e provocatori tra i giovani.

“Non posso dire quanto sarà difficile, ma siamo molto fiduciosi che il tutto sarà contenuto” ha dichiarato S.N. Shrivastava, il direttore generale speciale della zona di Jammu e Kashmir della Central Reserve Police Force.

Alcuni però vedono la presenza delle giovani donne nelle proteste come un segno della mancanza di sicurezza.

L’ex ministro, Omar Abdullah, ha recentemente dichiarato in un tweet che le studentesse costituiscono una nuova fonte di preoccupazione, postando poi una foto raffigurante una giovane in uniforme scolastica, mentre prendeva a calci un veicolo della polizia. La ragazza stringeva in mano un mattone e teneva nascosto sotto il braccio un pallone da basket.

Nisha Zahoor e le sue amiche, studentesse al Government Girls Higher Secondary Institute Nawakadal, in Srinagar, hanno guardato i notiziari in cui i ragazzi venivano brutalmente percossi, hanno visto i video ormai virali, ma hanno deciso di scendere in piazza solo dopo aver saputo della morte di una studentessa, deceduta a causa delle ferite causatele dal personale di sicurezza.

Gli amministratori scolastici hanno tentato di fermarle, chiudendo i cancelli, ma non c’è stato nulla da fare.

Centinaia di ragazze sono scese in strada, esortando le imprese a cessare la loro attività e cantando “vogliamo la libertà”. Quando la polizia ha cercato di fermarle con alcuni gas lacrimogeni, loro hanno risposto all’offesa lanciando pietre. Alla fine dello scontro, diverse ragazze si sono trovate riversate sulle strade sanguinanti o incoscienti.

“Queste cose stanno realmente accadendo. Cosa dovremmo fare se non protestare?” ha dichiarato Ishrat Bashir, una studentessa di 18 anni.

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