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Home » Esteri

Niente pizza per i gay

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Una pizzeria in Indiana si è appellata a una nuova legge sulla libertà religiosa per rifiutare il servizio agli LGBT, ricevendo oltre 7.600 recensioni negative

Quand’è che un social network smette di essere solo un mezzo per comunicare e condividere e diventa invece una vera e propria piattaforma politica? Secondo la piscologa sociale Regina Tuma, ogni piattaforma di social media diventa uno spazio potenziale per protestare nel momento in cui una notizia di attualità diventa un importante argomento di discussione.

Ed è questo quello che è successo a Yelp, un sito che pubblica le recensioni degli utenti su aziende locali, dopo il caso Memories Pizza.

Il caso Memories Pizza


Memories Pizza
è una pizzeria che si trova nello stato dell’Indiana, negli Stati Uniti. Il mese scorso, la sua proprietaria Crystal O’Connor ha annunciato che il ristorante avrebbe rifiutato le richieste di catering per matrimoni tra persone dello stesso sesso, in quanto la sua era una “struttura cristiana”.

In poche ore, gli yelpers di tutto il mondo hanno cominciato a lasciare recensioni negative al ristorante, abbassando la sua valutazione a una stella su cinque.

“Mi andava una pizza dopo il raduno del mio klan. E non poteva che essere Memories Pizza,” scrive uno yelper.

“Figuratevi se qualsiasi gay che si rispetti vorrebbe la vostra pizza al suo matrimonio!” scrive un altro.

I moderatori di Yelp hanno rimosso oltre 7.600 recensioni in 48 ore, un record per gli 11 anni di attività del sito.

È legale discriminare apertamente contro gli omosessuali in Indiana?

Secondo le leggi dello stato federale di Indiana, non si può discriminare contro qualcuno a causa della sua razza, religione e sesso. L’orientamento sessuale non è su questa lista. Questo significa che è già legale discriminare contro gli omosessuali nella maggior parte dello stato, anche se alcune contee hanno passato leggi anti-discriminatorie a livello locale.

Infatti, la signora O’Connor si era difesa dalle accuse di discriminazione citando la nuova legge sul “restauro della libertà religiosa”, da poco approvata dal governatore repubblicano dell’Indiana Mike Pence.


Cos’è le legge che “restaura la libertà religiosa”?

La legge che “restaura la libertà religiosa”, la numero 101 nello stato dell’Indiana, dovrebbe difendere la libertà di un individuo di praticare la propria religione. In pratica si rivolge principalmente ai gestori di aziende e locali che decidono di non servire una determinata categoria di clienti: la comunità LGBT.

Secondo O’Connor e altri sostenitori della legge, fare il catering per un matrimonio gay sarebbe come sostenerlo, cosa che va contro i loro princìpi religiosi. Infatti la legge non prende di mira la comunità LGBT esplicitamente, ma si può applicare per proteggere le aziende che non sostengono i matrimoni gay dal dovervi partecipare.

“I fornai, fioristi e fotografi cristiani non potranno essere costretti dallo Stato a partecipare a matrimoni omosessuali e le imprese cristiane non saranno punite per aver rifiutato l’utilizzo del bagno delle donne a un travestito,” ha scritto sul suo sito Eric Miller, il capo di Advance America e un potente lobbyist conservatore in Indiana che ha appoggiato la nuova legge.

L’Indiana ha legalizzato i matrimoni gay il 7 ottobre 2014. Nonostante Pence non lo abbia dichiarato, questa legge sembra esserne una diretta conseguenza, anche perché in un Paese in cui il primo emendamento dice chiaramente che ogni statunitense è libero di praticare la propria religione senza alcuna interferenza da parte dello Stato, una legge che “restaura la libertà religiosa” risulta superflua.

Ci sono altri stati con leggi simili?

La legge che “restaura la libertà religiosa” è già presente in altri 19 stati federali americani e nove hanno introdotto proposte di leggi simili che devono ancora essere considerate o non sono state approvate nel 2014.

Queste leggi sono già state usate in difese legali?

Sì. Un poliziotto a Oklahoma si appellò a questa legge per rifiutarsi di pattugliare una moschea. Un altro poliziotto a Salt Lake City la citò quando si rifiutò di pattugliare il gay pride. Un fotografo nel Nuovo Messico, invece, la usò per non dover servire una coppia lesbica nel 2013.


Yelp può avere una concreta influenza sulle decisioni politiche?

Dopo il caso Memories Pizza, anche Yelp è sceso nell’arena politica, ma solo temporaneamente, secondo la sua protavoce Shannon Eis.

“Gli yelpers vogliono essere ascoltati ed è comprensibile,” ha detto, “ma alla fine le persone che usano Yelp vogliono sapere che stanno leggendo recensioni basate su esperienze reali.”

Quindi, per ora, Yelp non intende abbracciare il suo nuovo ruolo di piattaforma politica.

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