Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 16:28
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Il nuovo sindaco serbo di Srebrenica nega che il massacro del 1995 fu un genocidio

Immagine di copertina

Mladen Grujicic è il primo sindaco serbo della città dopo la strage, secondo i parenti delle vittime la sua elezione segna una svolta inquietante nella politica bosniaca

La città di Srebrenica – dove nel 1995 più di 8mila uomini e ragazzi bosniaci musulmani vennero uccisi dalle forze nazionaliste serbe nel tentativo di formare uno stato etnicamente omogeneo in Bosnia – ha eletto il suo primo sindaco serbo dai tempi del tragico massacro.

Mladen Grujicic è un nazionalista serbo e nega che la strage sia stata un genocidio, nonostante le sentenze dei tribunali internazionali indichino il contrario. Secondo i parenti delle vittime, la sua elezione segna una svolta inquietante nella politica bosniaca.

Grujicic ritiene che i serbi di Srebrenica vengano discriminati e ha negato che il Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia, con sede a L’Aia, sia riuscito a dimostrare che la strage del 1995 fosse un genocidio.

“Quando verrà dimostrato che è la verità, sarò il primo ad accettarlo”, ha dichiarato secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters.

Il suo rivale, il bosniaco Camil Durakovic, si è impegnato a presentare un ricorso contro il risultato delle elezioni, che ha definito “truccate”.

Gli accordi di Dayton, che hanno posto fine alla guerra, hanno istituito in Bosnia-Erzegovina una struttura federale complessa con un governo centrale debole, progettata per preservare il carattere multietnico del paese.

Il territorio della Bosnia-Erzegovina è stato diviso in due entità ben definite: da una parte la Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina, di cui Srebrenica è entrata a far parte dopo gli accordi di pace, dall’altra l’entità autonoma che prende il nome di Federazione croato-musulmana.

Prima della guerra Srebrenica era una città a maggioranza musulmana. I circa 7.500 abitanti che la popolano adesso sono per il 55 per cento serbi e per il 45 per cento bosniaci musulmani.

Zulfo Salihovic, un politico locale che è stato uno degli ultimi bosniaci a fuggire da Srebrenica prima del massacro, si è detto preoccupato per il futuro della sua comunità: “Temiamo che i bosniaci e gli altri cittadini che pensano in modo diverso rispetto ai leader dei partiti nazionalisti serbi saranno umiliati e discriminati”.

— LEGGI ANCHE: IL GENOCIDIO DI SREBRENICA

Quando i bosniaci, tra cui molte donne anziane che volevano essere vicine alle tombe dei loro parenti, hanno cominciato a fare ritorno a Srebrenica dopo il 2000, la comunità internazionale ha promesso loro protezione. Ora molti temono che potrebbero essere costretti a lasciare di nuovo le loro case.

Il massacro di Srebrenica è stata la peggiore atrocità commessa in Europa dopo la Seconda guerra mondiale, che ha provocato in risposta attacchi aerei occidentali contro le forze serbe che hanno posto fine ai combattimenti nel 1995.

Nel tentativo di nascondere il crimine, alcune truppe serbe hanno dissotterrato i corpi delle vittime di Srebrenica e li hanno trasferiti in altri luoghi. Più di mille cadaveri devono ancora essere trovati.

Il Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia ha condannato alcuni serbi bosniaci per il massacro. L‘ex leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic è stato condannato a marzo di quest’anno a 40 anni di carcere.

Il generale serbo-bosniaco Ratko Mladić rimane tuttora sotto processo per il ruolo che ha svolto nella guerra, provocando la morte di circa 100mila persone.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Morto a due mesi dal trapianto l’uomo con un rene di maiale
Esteri / Israele colpisce il Nord della Striscia di Gaza. Biden: “Se Hamas rilasciasse gli ostaggi cessate il fuoco anche domani”
Esteri / Yanis Varoufakis fa causa allo Stato tedesco
Ti potrebbe interessare
Esteri / Morto a due mesi dal trapianto l’uomo con un rene di maiale
Esteri / Israele colpisce il Nord della Striscia di Gaza. Biden: “Se Hamas rilasciasse gli ostaggi cessate il fuoco anche domani”
Esteri / Yanis Varoufakis fa causa allo Stato tedesco
Esteri / Esclusivo – Ecco come la Russia interferisce sulla campagna elettorale per le europee
Esteri / Fonti israeliane: "Il leader di Hamas Sinwar non si nasconde a Rafah"
Esteri / Guerra Israele-Hamas: "Truppe e tank israeliani circondano Rafah Est”
Esteri / La mucca cinese di Xi Jinping attira consensi in Europa
Esteri / Biden: “Se Netanyahu attacca Rafah fermerò le forniture di armi americane”. La replica di Netanyahu: “Avanti anche da soli contro Hamas”. 80mila persone in fuga da Rafah
Esteri / AstraZeneca ritira il suo vaccino anti-Covid dopo le ammissioni sugli effetti collaterali
Esteri / Gli Usa fermano la fornitura di bombe a Israele, Hagari: “Presentato un piano per un anno di guerra a Gaza”. L'annuncio di Hamas: “Colloqui finiti, Israele è tornato indietro”