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Home » Esteri

In Serbia da 10 settimane i cittadini protestano contro il presidente Vucic

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Da 10 settimane i cittadini serbi sono scesi in piazza contro il presidente Vucic nelle maggiori città della Serbia

Da dieci settimane i cittadini della Serbia protestano contro il presidente Vucic, chiedendone le dimissioni e l’instaurazione di un governo di transizione.

I manifestanti stanno protestando contro il deterioramento dei diritti umani e politici, la censura dei media, il clima di terrore e la crisi economica che ha inasprito le differenze sociali tra i cittadini serbi.

A prendere parte alle proteste ci sono persone di diversa estrazione sociale e differente è anche la loro appartenenza politica. Per cercare di fermare le manifestazioni, il presidente si era detto disponibile a indire elezioni anticipate, ma l’opposizione ha rifiutato l’offerta.  Il timore è che si possano truccare i voti per riconfermare Vucic presidente.

I partiti di opposizione, per quanto divisi al loro interno, hanno firmato un “patto con il popolo” in cui si impegnano a difendere la libertà di stampa e ad assicurare elezioni libere. trasparenti.

Le proteste sono iniziate il 23 novembre 2018, quando un politico dell’opposizione, Borko Stefanovic, è stato aggredito nella città meridionale di Krusevac e sono state organizzate da un gruppo chiamato “Protesta contro la dittatura”.

La stessa organizzazione era dietro le proteste di massa che hanno fatto seguito alla rielezioni di Vucic ad aprile 2016.

Inizialmente le proteste si sono svolte soltanto nella capitale Belgrado, ma con il passare delle settimane si sono estese anche in altre città del paese, diventando le più importanti manifestazioni contro il governo dopo quelle del 2000 contro Milosevic.

Fin dal suo arrivo al potere nel 2002, Vucic è stato accusato di aver abusato del suo potere per censurare sempre più i media, sia quelli pubblici che privati, costringendoli a seguire la linea governativa.

Ma a preoccupare la popolazione è anche la cattiva gestione delle finanze pubbliche per la creazione di opere faraoniche ma poco utili, così come l’impunità riservata a gruppi non identificati che terrorizzano la popolazione.

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