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Home » Esteri

Lo scandalo delle molestie sessuali travolge il parlamento europeo

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Un articolo pubblicato dal “Sunday Times” ha raccolto le testimonianze di una dozzina di assistenti che sarebbero state molestate da alcuni parlamentari europei

La bufera sulle molestie sessuali ha raggiunto anche il parlamento europeo, dopo le indiscrezioni di un articolo del Sunday Times su alcuni casi avvenuti proprio a Bruxelles.

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I gruppi parlamentari hanno presentato sette mozioni sulle quali le poche decine di componenti presenti durante la seduta stanno elaborando un testo di compromesso. Il voto sulla prima risoluzione è atteso per domani.

Antonio Tajani, presidente del parlamento europeo, ha definito “inaccettabili” i sospetti episodi di violenza sessuale avvenuti a Bruxelles.

“È con choc e indignazione che ho appreso delle recenti accuse di molestie sessuali al Parlamento europeo. Tuttavia, lo choc non può essere la risposta, anche se sono stati fatti passi avanti”, queste le parole di Tajani riportate dall’agenzia di stampa Adnkronos.

Ska Keller, capogruppo dei Verdi nell’europarlamento, ha denunciato questi casi di violenza nei confronti delle donne e ha invitato i suoi colleghi a fare di più per evitare nuovi scandali.

Nel pezzo del Sunday Times firmato da Bojan Pancevski sono raccolte le testimonianze di una dozzina di donne, i cui nomi non sono stati resi pubblici, che hanno lavorato come assistenti all’Europarlamento.

Queste hanno rivelato di essere state molestate e palpeggiate da alcuni politici. Secondo un’assistente parlamentare intervistata da Pancevski, un componente del parlamento si sarebbe masturbato davanti a una giovane dipendente, mentre un’altra ragazza sarebbe stata vittima di stalking da parte di un importante europarlamentare tedesco.

Nessun nome è stato reso noto dal giornale, a esclusione di quello di Yves Cochet, membro dei Verdi ed ex ministro dell’Ambiente in Francia. Secondo quanto riportato nell’articolo, il 71enne Cochet avrebbe inviato all’assistente 25enne di un altro parlamentare un messaggio in cui si dichiarava deluso dal fatto che lei avesse rifiutato un suo invito a cena, nonostante il desiderio di Cochet di condividere “passioni, sogni e fantasie”.

Altre donne, come Grainne Hutton, hanno condiviso le loro storie su Twitter.


Ma i casi di molestie sessuali non si fermano solo all’aula del parlamento europeo. Pochi giorni fa, infatti, la ministra degli esteri svedese, Margot Wallström, aveva rivelato di essere stata palpeggiata e infastidita in maniera pesante da un collega nel corso di un vertice europeo del 2014.

Stessa sorte per Åsa Regnér, ministra per le Pari Opportunità in Svezia. In un’intervista rilasciata al quotidiano Expressen, Regnér ha detto di essere stata condotta in un locale buio e molestata anni fa da un collega d’alto rango di un altro paese, che l’aveva invitata a un appuntamento dopo la fine di un vertice a Bruxelles.

Né Wallström, né Regnér hanno fatto i nomi dei loro assalitori, ma le loro accuse sono state utili per portare il problema all’attenzione degli europarlamentari.

L’ufficio stampa del parlamento Ue ha reso noto che a oggi non è stata ricevuta alcuna denuncia formale di molestia a sfondo sessuale.

 

 

 

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