Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 04:23
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Gli attivisti della rivoluzione degli ombrelli guadagnano seggi a Hong Kong

Immagine di copertina

Il partito Youngspiration, protagonista delle manifestazioni del dicembre 2014, è ufficialmente entrato a far parte del governo di Hong Kong

Domenica 22 novembre nella regione amministrativa speciale di Hong Kong si sono svolte  le elezioni per assegnare i 431 seggi dei consigli distrettuali.

I risultati delle votazioni, diffusi lunedì, hanno visto il partito di ispirazione democratica Youngspiration guadagnare inaspettatamente alcuni seggi. Il movimento è stato fondato nel 2015 per consentire ai militanti che hanno partecipato nel dicembre del 2014 alla protesta degli ombrelli di ottenere un riconoscimento formale nei distretti di Hong Kong.

Le elezioni vedevano competere per i seggi disponibili nei 18 distretti della regione circa 900 candidati, 40 dei quali coinvolti in primo piano nelle proteste nel 2014.

Le manifestazioni di dicembre erano finalizzate a richiedere elezioni libere e democratiche e a far in modo che Hong Kong – una delle due regioni autonome della Repubblica popolare cinese insieme a Macao – non si trasformasse in una delle tante città cinesi.

In tale occasione, le arterie principali della metropoli, in particolare in prossimità dei palazzi governativi, erano state completamente ostruite dai manifestanti. A seguito di alcuni momenti di tensione, la polizia si era servita di gas lacrimogeni e spray al peperoncino. La folla si era protetta con mascherine, impermeabili e, soprattutto, ombrelli, che sono diventati il simbolo della protesta, che sui social media ha preso il nome di umbrella revolution.

Le manifestazioni erano state dichiarate illegali dal governo centrale di Pechino. 

Nonostante l’ingresso del nuovo schieramento nel governo distrettuale di Hong Kong, i partiti a sostegno di Pechino hanno ottenuto ancora una volta la maggioranza nella regione.

L’Alleanza democratica per il miglioramento e il progresso di Hong Kong ha guadagnato 119 seggi, mentre il Partito Democratico ha perso quattro seggi, passando da 47 a 43. I neodemocratici, che hanno interrotto i legami con il partito democratico nel 2010 per adottare un approccio maggiormente incentrato sull’autonomia di Hong Kong, hanno vinto 15 dei 16 seggi disponibili.

Sebbene il Youngspiration abbia ottenuto 12mila voti, solo uno dei suoi candidati ha conquistato la vittoria in uno dei consigli distrettuali di Hong Kong, la ventinovenne Kwong Po Yin. 

“La nostra battaglia per riprenderci Hong Kong è appena cominciata”, ha affermato il portavoce del partito Baggio Leung.

“La rivoluzione degli ombrelli ha spronato una nuova generazioni di votanti” ha aggiunto Willy Lam, ricercatore all’università di Hong Kong, “Ma la situazione generale resta inalterata”.

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”