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    Usa 2020, mini Tuesday per le primarie democratiche: vittoria di Joe Biden in quattro stati su sei. Sanders sempre più lontano

    Joe Biden Credits: Ansa

    Sei Stati al voto, 352 delegati in palio. L'ex vice presidente americano si è aggiudicato il cruciale Michigan (125 delegati) oltre a Mississippi, Idaho e Missouri, avanzando a grandi passi verso la nomination. Sanders sempre più in difficoltà

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 11 Mar. 2020 alle 08:28

    Primarie dem Usa 2020: Biden batte Sanders

    Il mini Supertuesday delle primarie democratiche in Usa segna una nuova vittoria schiacciante per l’ex vicepresidente Joe Biden. A questo punto manca solo la certezza matematica, ma sul piano politico non restano più dubbi che Joe Biden sarà il candidato del Partito democratico per sfidare il presidente Trump a dicembre. La netta vittoria nelle primarie di ieri in Michigan, Mississippi, Missouri e anche Idaho, ha confermato che l’ex presidente è l’unico a guidare una coalizione di elettori che lo sostiene in tutto il paese, in grado di contrastare il capo della Casa Bianca. Questa tornata potrebbe quindi già chiudere i giochi in casa democratica.

    Mini super Tuesday: i risultati

    In questo martedì in totale erano in gioco 352 delegati ed erano chiamati ai seggi sei Stati: Michigan, Mississippi, Missouri, Washington, Nord Dakota e Idaho.

    Nello Stato di Washington, il secondo per importanza in questa tornata e che storicamente ha sempre favorito i candidati più radicali è testa a testa Biden-Sanders. Equivale ad una sconfitta molto seria per il senatore socialista che nel 2016 aveva stravinto con il 70 per cento e ora dimezza il consenso. Questa volta, Bernie Sanders vince in North Dakota con il 47,5 per cento, ma perde anche in Mississippi, Missouri e Michigan.

    Questi stati sono da sempre un termometro per le elezioni. Mississippi e Missouri sono due stati dove c’è un’alta percentuale di cittadini afroamericani. E anche se il Mississippi assegna solo 36 delegati, è il territorio dove si capisce come voteranno i neri. L’affermazione di Biden è nettissima (supera l’80 per cento), mentre il senatore socialista riduce addirittura del 60 per cento i suffragi conquistati nel 2016. L’ex vicepresidente conferma dunque di avere il favore della comunità afroamericana, e negli States non è poco.

    Ma lo Stato più pesante era sicuramente il Michigan. Non solo per il numero di delegati che assegna (125) ma anche perché ha un significato particolare per il Partito Democratico. È lo Stato per antonomasia della Working class, della classe operaia che peraltro nell’ultimo decennio ha sofferto una pesante crisi occupazionale. L’ex vice di Obama va oltre il 52 per cento e quindi si assicura più della metà dei delegati (alle primarie vige un sistema sostanzialmente proporzionale). Ma il valore di questo dato è ancora un altro: Sanders quattro anni fa li’ aveva vinto contro Hillary Clinton con il 49,7 per cento. E stavolta riduce sensibilmente il suo score, di almeno 5 punti.

    Quando cominciano ad uscire i primi exit poll nella nottata di martedì 10 marzo, Biden parla già da vincitore: “Insieme possiamo battere Trump”, dice a Sanders, che però non risponde. Il Coronavirus è il vero protagonista di queste ultime settimane di campagna elettorale, da quando i primi casi sono cominciati ad arrivare anche oltreoceano. E per Biden è inevitabile ritirare fuori le basi dell’Obamacare: “Non lasceremo nessuno indietro, l’America deve tornare a guidare il mondo e non a isolarsi come sta facendo questo Presidente. È in gioco la nostra democrazia”.

    Primarie dem: come è andato il Super Tuesday 2020

    Considerato, dieci giorni fa, sull’orlo del baratro, Biden ha vinto in 10 dei 14 Stati al voto martedì scorso e ha incassato una serie di ‘endorsement’ importanti, soprattutto tra i candidati ritiratisi dalle primarie, che ha compattato dietro di lui il fronte moderato; Sanders, considerato il favorito dopo i 4 Stati al voto a febbraio, appare ora in netto calo nei sondaggi. Al momento, non è nemmeno evidente il fatto che possa avvantaggiarsi del ritiro della senatrice Elizabeth Warren, con cui condivideva lo spazio progressista nel campo democratico.

    La conta dei delegati per ora vede Biden in testa con i 670 finora conquistati contro i 574 di Sanders. In ballo ci sono poi i delegati assegnati a Pete Buttigieg (26), Amy Klobuchar (7) e Michael Bloomberg (61), tutti ritiratisi dalla corsa e che hanno dato il loro endorsement a Biden. Endorsement che invece non è arrivato a Sanders da Elizabeth Warren, che ha lasciato in eredità 69 delegati. Un brutto colpo per il senatore socialista il mancato appoggio della collega dell’ala progressista del partito. Con i moderati che alla fine sono stati gli unici in grado di coalizzarsi attorno ad un candidato. Per assicurarsi la nomination democratica servono almeno 1.991 delegati.

    Usa, Pete Buttigieg si ritira dalle primarie per la Casa Bianca:

     

     

    Come sono andate le altre primarie dem finora:

    1. IOWA: Pete Buttigieg vince di un soffio 2. NEW HAMPSHIRE: vince Sanders, secondo Buttigieg
    3. NEVADA: vince Sanders, secondo Joe Biden 4. CAROLINA DEL SUD: Trionfo di Biden  5. I 14 STATI DEL SUPER TUESDAY: Biden vince in 9 Stati, ma Sanders si aggiudica la California

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