Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 12:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Il ponte-giardino londinese che rischia di non essere realizzato

Immagine di copertina

Pochi fondi raccolti per l'eco ponte da seimila metri quadri di superficie che dovrebbe collegare il nord e il sud di Londra tramite un percorso pedonale

Tra qualche anno il fiume Tamigi a Londra potrebbe essere attraversato da un nuovo ponte, ma non un ponte qualunque, bensì un ponte-giardino che collegherebbe il nord e il sud della città, da Temple a South Bank.

Con una superficie di 6.000 metri quadri, dei quali 2.500 ricoperti da alcune varietà di piante provenienti dal Regno Unito, Nord Europa e altre aree del mondo, dovrebbe rappresentare un polmone verde nel cuore finanziario di Londra. Un vero e proprio bosco con un percorso pedonale completamente gratuito al pubblico e aperto in orari prestabiliti, dalle sei del mattino fino a mezzanotte. 

L’idea fu lanciata tredici anni fa dall’attrice ed attivista Joanna Lumley e in seguito alla proposta di TfL, l’azienda di trasporti londinesi, di migliorare i collegamenti pedonali della città, lo studio di architettura Heatherwick ha voluto sviluppare l’idea di Lumley con il supporto della Garden Bridge Trust, l’ente di beneficenza inglese che si sta occupando di raccogliere i fondi per la realizzazione del ponte.

Rispetto all’entusiasmo iniziale, però, vi è stata una brusca frenata degli investimenti: dei 125 milioni di sterline necessari per la realizzazione del ponte, fino a questo momento l’ente è riuscito a raccogliere poco più della metà. 

Il futuro di questa grande opera eco-sostenibile risulta in forse, come spiegato anche dal quotidiano The Guardian: la costruzione avrebbe dovuto avere inizio nella primavera del 2016, ma una serie di problemi ha costretto gli investitori a restare in attesa, facendo lievitare i costi dell’impresa.

Una parte dei ritardi è di natura logistica, mancano infatti ancora alcune autorizzazioni a costruire in un versante del fiume dove il ponte dovrebbe arrivare. 

Dall’altra parte anche il clima politico è cambiato: la decisione del ministero dei Trasporti e quello del Tesoro di destinare 60 milioni di sterline a questo progetto durante il periodo di austerity che il Regno Unito sta vivendo non sembra più suscitare tanta approvazione, ed oggi è stato chiesto valutare il rapporto qualità-prezzo dal punto di vista dei numeri, anche se una parte dei soldi, circa 36 milioni di sterline, sono già stati spesi per lavori di pre-costruzione.

“Interrompere i lavori adesso” – ha spiegato al Guardian Bee Emmott, direttore esecutivo dei lavori – “costerebbe circa altri 9 milioni di sterline”. 

Ti potrebbe interessare
Esteri / Slovacchia, il primo ministro Robert Fico è "grave ma in condizioni stabili"
Esteri / L'esercito israeliano: “5 soldati a Gaza uccisi da fuoco amico”. California, la Sonoma University annuncia il boicottaggio di Israele: è la prima
Esteri / Slovacchia, il premier Robert Fico ferito a colpi di arma da fuoco: “È in pericolo di vita”
Ti potrebbe interessare
Esteri / Slovacchia, il primo ministro Robert Fico è "grave ma in condizioni stabili"
Esteri / L'esercito israeliano: “5 soldati a Gaza uccisi da fuoco amico”. California, la Sonoma University annuncia il boicottaggio di Israele: è la prima
Esteri / Slovacchia, il premier Robert Fico ferito a colpi di arma da fuoco: “È in pericolo di vita”
Esteri / La sacrosanta protesta degli universitari di tutto il mondo ci ricorda che la pace non è un dono, ma una conquista
Esteri / Wsj: “Biden procede con pacchetto armi a Israele da 1 miliardo”. Ue: "Con operazione Rafah relazioni con Israele a dura prova"
Esteri / Esercito israeliano: “Operazioni a a Rafah est e Jabaliya”. La Turchia: “A Gaza è genocidio”
Esteri / I tank israeliani avanzano ancora nel campo profughi di Jabalia. Netanyahu: “O noi o loro, i mostri di Hamas”. Gaza: “Più di 35mila morti”
Esteri / Morto a due mesi dal trapianto l’uomo con un rene di maiale
Esteri / Israele colpisce il Nord della Striscia di Gaza. Biden: “Se Hamas rilasciasse gli ostaggi cessate il fuoco anche domani”
Esteri / Yanis Varoufakis fa causa allo Stato tedesco