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Home » Esteri

Cosa sappiamo finora sugli attentati di Parigi

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Gli attentatori identificati e quelli non ancora individuati. Il ruolo di un comune in Belgio e di due particolari location usate come basi per gli attentati

Nella notte tra il 16 e il 17 novembre le forze dell’ordine francesi hanno effettuato 128 perquisizioni in tutto il Paese alla ricerca di presunti jihadisti e informazioni sugli autori degli attentati di Parigi del 13 novembre nei quali sono state uccise oltre 120 persone e oltre 200 sono rimaste ferite.

Il premier francese Manuel Valls ha reso noto che non è ancora chiaro quante siano le persone coinvolte negli attentati, né è ancora chiaro cosa sia avvenuto la sera del 13 novembre presso lo Stade de France, dove due persone armate di cinture esplosive si sono fatte esplodere presso due ingressi dello stadio.

Per mettere in atto queste perquisizioni, il governo francese ha mobilitato circa 115mila uomini tra gendarmi e militari in tutto il Paese.

Nel frattempo in Belgio, dove il 16 novembre è stata effettuata una retata durata diverse ore nel quartiere di Molenbeek, presso Bruxelles, che secondo le autorità sarebbe un luogo di riferimento di numerosi jihadisti, due persone arrestate sarebbero accusate di essere gli artificieri che hanno preparato l’esplosivo usato negli attentati di Parigi.

I due uomini, secondo le autorità belghe, potrebbero essere coloro che hanno contribuito a far fuggire da Parigi Salah Abdeslam, considerato uno degli autori dell’attentato e oggi ricercato in tutta Europa.

Intanto, gli arresti in connessione alla strage di Parigi si sono allargati anche alla Germania, dove sette persone sarebbero state arrestate presso Aquisgrana, città situata a pochi chilometri dal confine con il Belgio.

La polizia francese intanto ha rinvenuto nel XVIII arrondissement di Parigi una Renault Clio con targa belga che sarebbe collegata con gli attacchi del 13 novembre e sarebbe stata noleggiata da Salah Abdeslam.

Le autorità hanno inoltre individuato due location che sarebbero state usate come basi per gli autori dell’attentato di Parigi: si tratterebbe di una stanza nel residence Appart City ad Alfortville, a sud di Parigi, che Salah Abdeslam avrebbe prenotato a suo nome dall’11 al 17 novembre.

La seconda location, invece, sarebbe un appartamento a Bobigny, sobborgo situato nel nordest di Parigi e non lontano dallo Stade de France che sarebbe stato usato dai terroristi. Questo appartamento sarebbe stato affittato da Ibrahim Abdeslam, fratello di Salah Abdeslam e morto nel corso degli attentati del 13 novembre.

Nel residence di Alfortville, le autorità hanno rinvenuto numerosi oggetti rimasti sul posto e che potrebbero essere stati usati dagli attentatori. Oltre ai cartoni della pizza, le forze dell’ordine starebbero analizzando prevalentemente i tubi e le siringhe rinvenute che potrebbero essere stati utilizzati per realizzare gli ordigni.

Le autorità francesi hanno inoltre reso noto che il passaporto siriano trovato vicino ai resti di uno degli attentatori fattisi esplodere presso lo Stade de France potrebbe non appartenere a una delle persone coinvolte nella strage, bensì a un uomo morto mesi fa durante la guerra civile in Siria.

Salah Abdeslam, invece, risulta essere ancora in fuga. Alcune testate francesi hanno riportato la notizia non confermata che sarebbe stato avvistato nella regione della Lorena, nell’ovest del Paese. Secondo quanto riportato dalle autorità austriache, inoltre, l’uomo si sarebbe recato in Austria nel settembre del 2015 per ragioni al momento non conosciute.

Intanto le autorità hanno reso noto che potrebbe esserci anche un altro uomo, non identificato, che avrebbe partecipato all’attentato di Parigi e che sarebbe al momento in fuga.

Il settimanale tedesco Der Spiegel, intanto, ha riportato che le autorità francesi avrebbero trovato nuovi elementi che dimostrerebbero come l’attacco di Parigi sia stato coordinato dalla Siria.

Inoltre, in un documento audio diffuso dall’Isis, si sentirebbe la voce di un uomo identificato come Fabien Clain, un francese di Tolosa trasferitosi a Raqqa e divenuto miliziano del sedicente Stato Islamico.

Il segretario di Stato americano John Kerry, intanto, si è recato a Parigi dove ha incontrato il presidente francese Francois Hollande, con il quale ha stabilito la necessità di aumentare gli sforzi per combattere contro l’Isis.

Kerry, inoltre, ha dichiarato che nelle prossime settimane potrebbe essere definito il processo di transizione in Siria e che sta lavorando con la Turchia per mettere in sicurezza il confine turco-siriano per evitare il passaggio di jihadisti attraverso l’area.

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