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    Nuova variante Covid in Sudafrica: diversa da quella inglese ma molto contagiosa

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 22 Dic. 2020 alle 17:12

    Una nuova variante del virus SARS-CoV-2 preoccupa il Sudafrica. Gli scienziati del Paese hanno annunciato, nella giornata di venerdì 18 dicembre, la scoperta di una mutazione del Coronavirus che è ormai predominante nella nazione. La variante, denominata 501.V2 e secondo quanto determinato dalle indagini preliminari, è più contagiosa ed i pazienti che ne sono stati infettati presentano una carica virale aumentata.

    La variante, diversa da quella del Regno Unito, ha portato al divieto di viaggi nel Paese. Lo riporta Al Jazeera, che ricorda come Israele, Turchia, Germania, Arabia Saudita e Svizzera figurano tra le nazioni che hanno interrotto i collegamenti aerei da e verso il Sudafrica, con una decisione che ha rappresentato un duro colpo per l’industria turistica nazionale all’arrivo dell’estate.

    Secondo i funzionari sanitari e gli scienziati locali che guidano la strategia contro il virus, la nuova variante – nota come 501.V2 – è dominante tra i recenti contagi confermati nella seconda ondata in atto nel Paese e, come quella britannica, sembra avere una maggiore trasmissibilità. I ricercatori sudafricani stanno studiando se i vaccini contro Covid-19 daranno protezione anche contro il nuovo ceppo. Il Paese conferma a oggi 930.711 casi e 24.907 decessi legati alla pandemia. Si tratta delle cifre più alte del continente africano.

    “Dobbiamo prendere atto che il virus è propenso a mutare e questa variante non sarà l’unica e sola a emergere”, spiega in un’intervista all’Adnkronos Salute il presidente dei virologi italiani. “Bisogna tracciare i virus mutanti che inevitabilmente emergeranno in un prossimo futuro – ammonisce – Isolare e sequenziare il genoma virale, anche se costoso, deve diventare un’azione quasi routinaria nei laboratori diagnostici. Per attuare un tale progetto servono fondi ad hoc e una precisa strategia volta a formare una rete di sorveglianza per il coronavirus a livello nazionale o meglio ancora europeo”.

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