Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 17:55
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

La donna che ha bombardato l’Isis

Immagine di copertina

È un maggiore dell'aeronautica militare degli Emirati Arabi Uniti, e per questo è stata ripudiata dalla sua famiglia

Maryam Al-Mansouri, maggiore donna dell’aeronautica militare degli Emirati Arabi Uniti, ha 35 anni e pilota un aereo da combattimento F16. Con l’esercito, partecipa ai bombardamenti dei terroristi dell’Isis insieme alla coalizione guidata dagli Usa.

È proprio lei al comando dello squadrone che la settimana scorsa ha bombardato le postazioni dell’Isis nel nord della Siria. Da sempre sognava di diventare pilota ed è entrata a far parte delle forze aeree del suo Paese nel 2007, quando gli Emirati Arabi Uniti hanno deciso di ammettere le donne nel proprio esercito.

La sua storia potrebbe non fare notizia proprio perché non è la prima donna a combattere sul campo con le forze armate: è passato il tempo in cui le donne venivano relegate al lavoro d’ufficio. Ma Maryam è araba (anche se sulla carta d’identità la sua nazionalità risulta giapponese) e la squadriglia che comanda sta bombardando terroristi islamici il cui rispetto della donna è pressoché nullo.

Per questo, Maryam è diventata oggetto di minacce, di scherno, di insulti sui social media. Le donne in guerra vivono una doppia pena: non solo la morte, ma anche gli stupri, possibilmente collettivi, che siano militari o civili. Se catturate, sono stracci da usare e di cui abusare.

Maryam deve anche affrontare il ripudio da parte della sua famiglia a causa del coinvolgimento degli Emirati Arabi Uniti con gli Usa nel bombardamento di obiettivi siriani. Un ripudio pubblico e dai toni molto forti quello dei familiari della donna “che partecipa alla brutale aggressione internazionale sul popolo siriano”, non perdendo l’occasione per invitare tutte le fazioni e battaglioni che operano sulla scena a unire le forze e gli sforzi perché la nazione islamica possa vincere.

“Invitiamo i figli della nazione – si legge nell’atto di ripudio – a non caricare sulla famiglia Mansouri il peso delle azioni di Maryam Al Mansouri”.

Le donne in guerra, quelle che decidono di partire e combattere, sono in aumento. Gli eserciti che ormai accettano le donne sono molti. Ma quale sorte attende le donne militari? I report sui problemi di molestie sono all’ordine del giorno e se ne parla sempre di più per cercare di spezzare l’omertà che spesso “unisce” le squadre.

Meno si parla invece delle donne che combattono. Stiamo oggi vivendo un periodo di guerra, una parte del mondo usa il terrorismo come arma e l’altra risponde con le armi convenzionali. Le donne, quelle che vanno in battaglia, danno prova di estremo coraggio e sono anche pronte a “farsi esplodere”, se catturate dal nemico.

Le combattenti curde poi, anch’esse impegnate nella guerra contro l’Isis, hanno anche un’altra arma perché per i fanatici dello Stato Islamico una combattente donna è “haram”, ossia un “anatema” che disturba solo a vedersi. Pochi giorni fa, tre combattenti curde siriane sono state decapitate dai miliziani dell’Isis.

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”