Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Violenti scontri in Iran per l’aumento del costo della benzina: un morto e decine di feriti

    Le proteste della popolazione nascono per l’aumento del 50 per cento del prezzo della benzina e del razionamento imposto dal governo

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 16 Nov. 2019 alle 16:27

    Iran, violenti scontri per l’aumento del costo della benzina: un morto

    Una persona è stata uccisa e molte altre ferite in Iran durante le proteste in corso dalla sera di venerdì 15 novembre contro l’aumento dei prezzi e il razionamento della benzina.

    L’uccisione è avvenuta nella città di Sirjan, nella provincia centrale di Kerman. Secondo il governatore locale ad interim Mohammad Mahmoudabadi non è ancora chiara la dinamica dell’accaduto.

    Le proteste della popolazione nascono per l’aumento del 50 per cento del prezzo della benzina e del razionamento imposto dal governo.

    Il costo al litro è salito a 15.000 rial (10 centesimi di euro) dai 10.000 e per ogni auto il tetto massimo è stato portato a 60 litri. Superata questa quota il prezzo per litro è stato portato a 30.000 rial. Negli scontri con le forze dell’ordine una persona è rimasta  uccisa e molte decine ferite.

    Le proteste iniziate venerdì sera sono proseguite oggi in diverse città iraniane, tra cui Shiraz, Sirjan, Mashhad, Ahvaz, Gachsaran e Bandar Abbas.

    Molte persone hanno continuato a bloccare le strade spegnendo il motore delle loro automobili e suonando il clacson. L’accesso
    a internet è stato ridotto dalla scorsa notte.

    Il governatore locale ad interim Mohammad Mahmoudabadi ha dichiarato che alcune proprietà pubbliche e alcune stazioni di servizio sono state parzialmente danneggiate. Mentre nella città di Behbahan i dimostranti hanno dato fuoco alla sede della banca centrale. Ma si registrano sparatorie e scontri con la polizia anche in altre zone del Paese.

    I manifestanti hanno postato molti video in cui si vedono le forze dell’ordine sparare gas lacrimogeni in molte città della Repubblica islamica.

    Mentre continuano le proteste nel Paese, i vertici delle tre istituzioni statali iraniane – giudiziaria, legislativa ed esecutiva – che avevano deciso l’aumento del prezzo della benzina e il suo razionamento, hanno annunciato in una comunicazione congiunta la piena collaborazione confermando il sostegno al provvedimento.

    Ma un nutrito gruppo di parlamentari si oppone alla decisione, affermando che sarebbe toccato al parlamento ratificare un aumento del prezzo della benzina. Questi ultimi si sono quindi detti determinati a studiare un piano d’urgenza nella sessione di domani e di votare per una revoca della decisione. “Il parlamento non è più il pilastro della democrazia”, ha sottolineato la deputata riformista Parvaneh Salahshuri su Twitter, “avrebbero potuto anche chiuderlo”.

    Leggi anche:

    Proteste in Iraq, l’assalto al consolato iraniano

    Iraq, il presidente Salih apre a elezioni anticipate. Uccise 250 persone da inizio proteste

    Proteste in Iraq, uomini mascherati sparano sui manifestanti: 22 morti

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version