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    L’infettivologo francese: “Giovani contagiatevi col Covid per essere immuni a settembre”

    Credit: Paco Freire/SOPA Images via ZUMA Wire

    Per il professor Eric Caumes i più giovani dovrebbero infettarsi tra di loro, ma evitando di avere contatti con i genitori e i nonni

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 2 Ago. 2020 alle 18:44 Aggiornato il 2 Ago. 2020 alle 18:52

    “Non possiamo imporre ai giovani a mascherina ovunque e vietare di riunirsi, soprattutto in piena estate. Forse non sarà politicamente corretto, ma io sono sempre più convinto che bisogna lasciare che si contaminino fra loro, a condizione che non abbiano contatti con i genitori e i nonni. Altrimenti i giovani saranno un serbatoio di contagio e ci ritroveremo con un’epidemia ingestibile”. È un’idea che fa discutere quella lanciata dall’infettivologo francese Eric Caumes, che lavora nell’importante ospedale parigino di Pitié-Salpetrière, sulla lotta al Covid-19.

    Il primario di infettivologia ritiene che sia arrivato il momento di cambiare strategia per combattere contro il Coronavirus, e propone di lasciare che i giovani si contagino durante l’estate, per raggiungere l’immunità di gregge e ritrovarsi immunizzati nel momento dell’apertura delle scuole. Per farlo, secondo il primario del reparto malattie infettive, i giovani dovrebbero però tenersi a distanza di sicurezza dai familiari più adulti: un compito particolarmente difficile in Italia, dove gli adolescenti hanno una vita meno autonoma rispetto ai teenagers dei paesi nordici e trascorrono le vacanze estive con i genitori e con i nonni, più vulnerabili al virus.

    Il professor Caumes ha sottolineato che in Francia il virus “circola in diversi luoghi” e “le autorità, purtroppo non riescono più a controllare certi focolai”. Riguardo ai giovani, l’infettivologo sostiene che “lasciando che si contagino fra loro, parteciperanno all’immunità di gregge e al rientro a scuola sarà più efficace nelle scuole e nelle università”. Ciononostante, i rischi legati al Covid-19 non sono da escludere perché – come ammette lo stesso Caumes, “anche i giovani possono avere forme gravi”.

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