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Home » Esteri

Il primo gay pride pacifico in Russia

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San Pietroburgo ha ospitato sabato 26 luglio una marcia per i diritti degli LGBT. Senza episodi di violenza

Sabato 26 luglio si è tenuto a San Pietroburgo il primo gay pride pacifico in Russia e non si è fatto male nessuno, stando a quanto riporta il Moscow Times.

Secondo Radio Liberty, circa 150 attivisti per i diritti LGBT hanno marciato fino alla piazza Campo di Marte, scortati dalla polizia locale.

Negli anni precedenti, quattro manifestazioni a favore dei diritti dei gay si erano tenute nella città ed erano sfociate in episodi di violenza a opera di nazionalisti e conservatori religiosi. Come hanno osservato alcuni manifestanti, “i nazisti sono troppo occupati nel Donbass”, la regione dell’Ucraina orientale in cui sono in corso gli scontri fra governo ucraino e filorussi.

Il 30 giugno 2013 il presidente Vladimir Putin ha approvato una legge contro la “propaganda della sessualità non tradizionale ai minori”. Oggi per un omosessuale russo è sufficiente camminare mano per mano con il proprio partner per rischiare una multa o addirittura un arresto. Anche i turisti rischiano fino a 14 giorni di carcere se sospettati di sodomia. Dal 2012, inoltre, le manifestazioni per i diritti LGBT sono completamente vietate in tutta la Federazione Russa.

Un sondaggio del Pew Research Center indica che l’85 per cento dei russi è contrario al matrimonio tra persone dello stesso sesso, mentre il 34 per cento considera l’omosessualità una malattia. In generale, 3 persone su 4 sono omofobe. La discriminazione della comunità LGBT è diffusa tra diverse fasce della popolazione.

Durante le Olimpiadi invernali di Sochi, Putin ha accostato implicitamente l’omosessualità alla pedofilia dichiarando che “i gay possono sentirsi al sicuro, basta che lascino in pace i bambini”.

Quest’anno, capi di stato come Angela Merkel, François Hollande, Barack Obama e David Cameron non si sono presentati alle Olimpiadi di Sochi: alcuni hanno interpretato la loro assenza come un’espressione di disapprovazione delle politiche discriminatorie di Putin verso i gay.

Anche i prossimi mondiali di calcio, che avranno luogo in Russia nel 2018, rischiano di essere boicottati da gran parte del mondo occidentale.

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