Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 14:54
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

“I really care”, la giacca contro Melania Trump che aiuta le famiglie dei migranti

Immagine di copertina
La giacca contro Melania Trump

I profitti delle vendite della giacca sono stati devoluti a un'associazione che fornisce assistenza legale alle famiglie dei migranti separate al confine con il Messico

Melania Trump si è recata in visita al confine con il Texas e la first lady aveva fatto molto discutere per la giacca che aveva scelto di indossare in quell’occasione.

Mentre saliva sull’aereo in partenza dal Texas, infatti, la first lady indossava un capo firmato Zara con la scritta: “A me non interessa. E a te?”

Il presidente statunitense aveva spiegato che la giacca della moglie si riferiva ai media e non ai bambini traumatizzati che era andata a trovare.

“‘A me non interessa. E a te?’ scritto sul retro della giacca di Melania si riferisce alle fake news dei media. Melania ha imparato quanto sono disonesti e non le interessa più!”, ha scritto Trump su Twitter.

La polemica però non si è fermata al 21 giugno, come la portavoce della first lady aveva auspicato.

Dopo l’importante visita di oggi in Texas, spero che i media non scelgano di concentrarsi solo nel suo guardaroba”, aveva commentato la funzionaria.

Un marchio statunitense di Portland, infatti, ha deciso di riprendere l’idea alla base della scritta della giacca che ha causato tante polemiche e di ribaltarla.

L’idea dell’azienda è stata quella di realizzare un capo con la scritta “I really care, don’t you?”  (A me interessa, a te no?).

Inoltre, i ricavi delle vendite andranno ad un’associazione che fornisce assistenza legale alle famiglie dei migranti separate al confine con il Messico.

L’azienda Wildfang è riuscita a vendere in poco tempo il primo stock di giacche, raggiungendo i 250mila dollari in soli 5 giorni.

Visto il successo raggiunto con questa iniziativa, il marchio ha deciso di applicare la stessa scritta anche ad altri capi di abbigliamento, come magliette, felpe e bomber.

“Quando hai una posizione e un’audience così vasta come quella della First Lady è molto ingenuo pensare che il tuo stile non importi. La moda è storicamente un potente mezzo politico per esprime le proprie visioni”, ha spiegato in un’intervista a Teen Vogue la presidente di Wildfang.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Dalla Russia filtra ottimismo: “Accordo vicino”. Ma no a concessioni sui territori né su truppe Nato in Ucraina
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Ti potrebbe interessare
Esteri / Dalla Russia filtra ottimismo: “Accordo vicino”. Ma no a concessioni sui territori né su truppe Nato in Ucraina
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”