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    Ecco cosa prevede il nuovo piano Usa per Gaza proposto da Trump e accettato da Netanyahu

    L’iniziativa pubblicata sul sito-web della Casa bianca si sviluppa in una ventina di punti

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 30 Set. 2025 alle 09:45 Aggiornato il 30 Set. 2025 alle 09:48

    Un cessate il fuoco immediato a Gaza, la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani entro 72 ore, il rilascio di quasi 2.000 palestinesi attualmente in carcere in Israele, il disarmo di Hamas, il parziale ritiro dell’Idf dalla Striscia, l’impegno da parte dello Stato ebraico a non occupare né annettere il territorio costiero e un governo transitorio controllato dal presidente Usa Donald Trump e dall’ex premier britannico Tony Blair: ecco cosa prevede il nuovo piano proposto dagli Stati Uniti e accettato dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

    I 20 punti di Trump per Gaza
    L’iniziativa pubblicata sul sito-web della Casa bianca si sviluppa in una ventina di punti e prevede:

    1. La de-radicalizzazione e la liberazione di Gaza dal terrorismo, in modo che non rappresenti più una minaccia per i suoi vicini
    2. La ricostruzione della Striscia a beneficio della popolazione
    3. Un immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe di Israele lungo un fronte concordato, in attesa della liberazione di tutti gli ostaggi israeliani e delle condizioni per un ritiro graduale e completo
    4. La liberazione, entro 72 ore dall’accettazione dell’accordo, di tutti gli ostaggi israeliani, vivi o morti
    5. Il rilascio da parte di Israele di 250 palestinesi condannati all’ergastolo e di 1.700 cittadini di Gaza arrestati dopo il 7 ottobre 2023, comprese tutte le donne e i bambini fermati nella Striscia
    6. L’amnistia per i miliziani di Hamas che consegneranno le armi e si impegneranno per una pacifica convivenza; e un passaggio sicuro verso i Paesi disposti ad accoglierli per quelli che vorranno lasciare la Striscia
    7. L’immediato ingresso di aiuti a Gaza
    8. La distribuzione di questi aiuti senza interferenze e solo attraverso l’Onu, la Mezzaluna Rossa e altre istituzioni internazionali non legate a nessuna delle due parti in conflitto
    9. Il governo di Gaza da parte di un’amministrazione transitoria composta da un comitato apolitico di tecnocrati palestinesi affiancati da esperti internazionali, responsabile della gestione quotidiana dei servizi pubblici e municipali, sotto la supervisione di un “Board of Peace”, presieduto dal presidente Usa Donald Trump, dall’ex premier britannico Tony Blair e da altri politici e capi di Stato stranieri, che gestirà i finanziamenti della ricostruzione fino alla completa riforma dell’Autorità Nazionale palestinese (Anp)
    10. L’elaborazione di un piano economico di sviluppo per ricostruire e rilanciare Gaza
    11. L’istituzione di una zona economica speciale nella Striscia con tariffe agevolate da negoziare con i Paesi coinvolti
    12. La garanzia che la popolazione non sarà costretta a lasciare Gaza
    13. L’esclusione di Hamas e delle altre fazioni armate nel governo, diretto o indiretto, di Gaza e un processo di smilitarizzazione della Striscia sotto la supervisione di osservatori indipendenti
    14. La garanzia da parte dei partner regionali che Hamas e le altre fazioni armate rispettino gli obblighi dell’accordo
      e che Gaza non rappresenti più una minaccia per i suoi vicini e la sua popolazione
    15. La collaborazione tra gli Usa e i loro partner arabi e stranieri per mettere in campo una Forza Internazionale di Stabilizzazione (Isf) temporanea da schierare subito a Gaza per addestrare le nuove forze di polizia palestinesi, con la consulenza di Giordania ed Egitto
    16. L’impegno da parte di Israele a non occupare né annettere Gaza, da dove le Idf si ritireranno gradualmente  secondo standard, traguardi e tempistiche collegati alla smilitarizzazione della Striscia, da concordare con la Forza Internazionale di Stabilizzazione e con gli Usa, fino al ritiro completo
    17. L’attuazione di questo piano nelle aree libere dal terrorismo consegnate da Israele alla Forza Internazionale di Stabilizzazione nel caso in cui Hamas ritardasse o rifiutasse la proposta
    18. Un processo di dialogo interreligioso avviato tra palestinesi e israeliani
    19. Un percorso credibile verso l’autodeterminazione del popolo palestinese grazie alle condizioni create dalla ricostruzione di Gaza e dal programma di riforma dell’Anp
    20. Un dialogo tra Israele e i palestinesi avviato dagli Usa per concordare un orizzonte politico di pacifica e prospera convivenza
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