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Un designer russo ha realizzato il prototipo di una nuova Barbie, modellata sulle proporzioni di una ragazza media americana

Curve generose, struccata e magari anche con qualche brufolo. Se una Barbie venisse ricostruita in base a questa descrizione, come diventerebbe?

Nickolay Lamn, graphic designer, se lo è chiesto, e ha deciso di dare forma a quest’idea embrionale creando una bambola che di “bambola” ha ben poco. Ha una figura più morbida e minuta alla quale, se si vuole, è addirittura possibile aggiungere cellulite o cicatrici tramite adesivi applicabili sul corpo.

Lo scopo è quello di valorizzare la bellezza della ragazza della porta accanto e superare lo stereotipo di irreale perfezione proposto per molto tempo dalla sua maggiore concorrente, la Barbie appunto, prodotto di punta dell’azienda statunitense di giocattoli Mattel dal 1959.

Russo di nascita, ma laureato in marketing all’Università di Pittsburgh in Pennsylvania, Nickolay ha potuto finanziare il suo progetto, iniziato all’inizio del 2013, grazie a un’operazione di fundraising; dopo le prime 24 ore aveva già ottenuto un contributo di quasi 80mila euro, salito a 400mila nel mese successivo.

Per individuare le misure della donna media, Lamn si è basato sulle ricerche condotte dal Center for Desease and Control Prevention, secondo le quali una donna americana dai vent’anni in su avrebbe rispettivamente un’altezza e un peso medio pari a 1.62 centimetri e 73 chili.

Il progetto di Nickolay Lamn nasce come un’iniziativa commerciale, ma trae origine da esperienze che lo hanno toccato personalmente. Nelle pagine del suo blog, Nickolay ricorda come lui stesso abbia affrontato le insicurezze derivanti dalla percezione negativa del proprio corpo.

“Digiunavo e mi allenavo fino allo sfinimento pur di avere un fisico palestrato. Quando ci sono riuscito, mi sono guardato allo specchio, sentendomi peggio. Quell’esperienza mi ha insegnato a mantenere le cose nella giusta prospettiva. Ogni fisico è diverso, e nessuno di noi dovrebbe mirare a standard comuni”, racconta.

La sua intenzione è far sì che questa nuova bambola esprima qualcosa di più di un semplice cambiamento esteriore, e spinga i giovani a coltivare le loro passioni. “Vorrei che le sue azioni fossero il riflesso della vita reale, anche se in miniatura”, afferma. “Me la immagino leggere libri, costruire una casa o coltivare un giardino per scoprire le meraviglie della natura”.

Non solo: in futuro, Lamn intende produrre delle bambole che si differenzino in base alla corporatura e all’etnia, compresa una versione maschile, anch’essa ispirata all’uomo “comune”.

Lammily è il nome del brand ideato da Nickolay e nasce da un gioco di parole dato dalla combinazione tra il termine family e il suo cognome. La scelta di specificare il nome della sua società, ma non della bambola, è tutt’altro che casuale: in questo modo, ognuna delle 22mila lammilies ordinate finora potrà avere un proprio nome e raccontare una storia diversa.

Il messaggio che vuole diffondere Lamn è chiaro: “Rimanere fedeli a se stessi e apprezzare la bellezza del reale, in un mondo che troppo spesso ci convince a inseguire fantasie irraggiungibili”.

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