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    Come riaprono le scuole all’estero: le differenze tra Italia e resto d’Europa

    Credits: Ansa
    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 22 Ago. 2020 alle 13:11

    Coronavirus, la riapertura della scuola in Italia e in Europa: le differenze

    Il grande tema delle ultime settimane, in Italia e nel resto d’Europa, è quello della riapertura della scuola a settembre: il nostro continente arriva a questa importante scadenza con una situazione epidemiologica non proprio idilliaca, visto che un po’ ovunque la curva dei nuovi contagi da Coronavirus sta crescendo sensibilmente. Se l’Italia si avvicina pericolosamente ai mille nuovi infetti al giorno, la Francia ha già sfondato quota 4mila, mentre la Spagna viaggia a una media di 3mila e la Germania di 1.500. In questo contesto studenti, docenti e personale scolastico si preparano a tornare in aula. In vista del 14 settembre, il ministero della Salute e l’Iss hanno messo a punto delle linee guida che gli istituti dovranno seguire in caso di nuovo contagio a scuola. Ovviamente, il regolamento non ha mancato di suscitare aspre polemiche.

    Ma come stanno affrontando la riapertura delle scuole gli altri Paesi europei? Francia, Belgio, Olanda, Portogallo, Inghilterra, Polonia, Finlandia e Grecia hanno già fatto degli esperimenti tra maggio e giugno, con le scuole riaperte per poco tempo e con una presenza di studenti comunque ben al di sotto della media. In Germania, invece, dallo scorso 10 agosto le scuole hanno iniziato a riaprire nelle varie regioni, ma sempre a piccoli passi. Solo Spagna e Italia arriveranno a settembre totalmente “impreparate”, senza un precedente con cui fare un confronto.

    Alla fine della quarantena, a maggio, in Francia si è assistito a un progressivo ritorno a scuola. Dopo una settimana, però, il contagio aveva impaurito gran parte degli istituti e buona parte di essi sono stati chiusi (70 in una sola settimana). Troppi i casi di positivi al Coronavirus tra i banchi, con il rischio dell’esplosione di nuovi focolai nel momento in cui i ragazzi tornavano a casa dalle loro famiglie. L’esperimento è comunque andato avanti, con classi suddivise in gruppi con orario ridotto, distanziamento sociale di un metro quadro tra un banco e un altro. Adesso che la situazione dei contagi, Oltralpe, preoccupa particolarmente, la data della riapertura delle scuole (1 settembre) sembra essere in bilico, anche se il Governo continua per la sua strada. Le linee guida prevedono mascherine a tutti sopra gli 11 anni, gel igienizzante negli istituti, distanziamento minimo di un metro, monitoraggio quotidiano della temperatura corporea a carico della famiglia. In caso di nuovi contagi, si deciderà volta per volta se procedere all’isolamento o alla chiusura diretta della scuola.

    In Germania in vista delle riaperture fa molto discutere il fatto che non siano obbligatorie le mascherine. Ogni Land avrà pieno potere decisionale sul tema: nelle varie regioni del Paese, dunque, il comportamento degli studenti sarà molto diverso a seconda delle linee guida. Ciò che è certo è che, nel caso in cui i nuovi contagi iniziassero a far paura, le scuole non chiuderebbero totalmente: verranno garantite almeno 4 o 5 ore settimanali in presenza. Le classi verranno organizzate in gruppi, ci sarà sempre gel igienizzante in aula e il distanziamento varrà solo tra i vari gruppi e con gli insegnanti. All’interno dello stesso gruppo, invece, non ci sarà distanziamento: in caso di contagio, trovando il positivo basterà isolare i componenti del gruppo e quindi si potrà interrompere con maggior facilità la catena di propagazione del Covid-19.

    In Spagna invece, in vista della riapertura delle scuole a settembre, è prevista la misurazione della febbre a casa, mascherine obbligatorie sotto il metro di distanza e ingressi scaglionati per orario. Le regioni autonome hanno redatto tre diversi piani, per tre diversi scenari: nel caso non ci fossero problemi con i contagi, con una situazione pandemica comunque sotto controllo e per una nuova emergenza Coronavirus. La crescita dei nuovi casi ha spinto alcune regioni, come Catalogna e Galizia, ad assicurare che non verranno svolte tutte le lezioni in presenza. Il 27 agosto, comunque, il consiglio dei ministri chiarirà definitivamente cosa fare con la riapertura delle scuole.

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