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    Aquarius, Salvini insiste: “Salvare vite è un dovere, ma l’Italia non è un enorme campo profughi”

    Matteo Salvini

    Il ministro dell'Interno, con un post su Facebook, ha ribadito la sua posizione: l'Italia non può farsi carico di situazioni che gli altri paesi si rifiutano di gestire

    Di Luca Serafini
    Pubblicato il 11 Giu. 2018 alle 11:01 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:35

    “Basta. Salvare le vite è un dovere, trasformare l’Italia in un enorme campo profughi no. L’Italia ha smesso di chinare il capo e di ubbidire, stavolta C’è chi dice no.#chiudiamoiporti”

    A scriverlo, su Facebook, è il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

    Nel suo post, il vicepremier afferma anche: “Oggi anche la nave Sea Watch 3, di una Ong tedesca e battente bandiera olandese, è al largo delle coste libiche in attesa di effettuare l’ennesimo carico di immigrati, ovviamente da portare in Italia. Associazione tedesca, nave olandese, Malta che non si muove, la Francia che respinge, l’Europa che se ne frega”.

    Salvini ha ribadito così la posizione già espressa domenica 10 giugno, quando ha dichiarato che non avrebbe l’autorizzazione alla nave Aquarius, in navigazione nel Mediterraneo con 629 migranti a bordo, di fare ingresso in un porto italiano (qui la diretta con tutti gli aggiornamenti in tempo reale su Aquarius).

    Si è così aperto un contenzioso con Malta. Il Viminale infatti ha scritto  una lettera urgente alle autorità maltesi per comunicare che il porto della Valletta è quello “più sicuro”, dunque spetta a loro concedere il via libera all’attracco.

    Malta ha però risposto che la questione della nave Aquarius non è di sua competenza, una posizione ribadita anche dall’ambasciatrice maltese in Italia Vanessa Frazier, intervistata da TPI.

    La nave Aquarius sta continuando la sua navigazione verso nord con 629 persone (tra cui 123 minori non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte).

    Questo potrebbe essere il primo passo concreto mosso dal nuovo governo in tema di immigrazione, mandando anche il chiaro messaggio all’Europa che l’Italia non può essere lasciata da sola a gestire l’emergenza degli sbarchi.

    La decisione, che non ha precedenti nel nostro paese, è stata adottata d’intesa dai ministri dell’Interno e delle Infrastrutture Danilo Toninelli.

    Il 9 giugno Salvini aveva detto che l’Italia avrebbe impedito alle Ong che operano nel mediterraneo “di continuare svolgere il ruolo di taxi del mare”.

    Il ministro dell’Interno aveva parlato dopo che due diverse imbarcazioni delle Ong con a bordo complessivamente più di 400 migranti erano sbarcate nei porti di Pozzallo e Reggio Calabria dopo che Malta gli aveva negato l’accesso.

    “Non possono dire sempre no alle richieste di aiuto”, ha detto Salvini. “Se qualcuno pensa che si ripeterà un’estate con sbarchi, senza muovere un dito, non è quello che farò come ministro. Non starò a guardare”, le sue parole.

    Gli ultimi due giorni sono stati segnati dalla partenza di oltre mille migranti verso le coste europee. Nel primo weekend da ministro dell’Interno di Salvini, nei porti di Reggio Calabria e di Pozzallo sono state tre le navi approdate con a bordo circa 500 profughi.

    Nella notte altre 600 persone sono state soccorse e trasbordate sulla nave Aquarius, quella oggetto appunto dello scontro con Malta. Aquarius è l’unica ong al momento presente nel Mediterraneo: a bordo ha ora, esattamente, 629 rifugiati, tra cui 123 minori non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte.

    Leggi anche: Chi ospita più rifugiati in Europa

    Leggi anche: Chi deve accogliere i migranti dell’Aquarius? Salvini può chiudere i porti? 6 risposte

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