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    Assalto in Congresso, Alexandria Ocasio Cortez contro Facebook: “Anche Zuckerberg responsabile, non ha fatto niente per fermare l’odio”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 18 Gen. 2021 alle 15:13 Aggiornato il 18 Gen. 2021 alle 16:51

    Il nuovo attacco di Alexandria Ocasio Cortez a Facebook: “Non ha fatto niente per fermare l’odio”

    Dopo l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio gli account social di Donald Trump sono stati bloccati, e il profilo Twitter sospeso per sempre. Eppure per la deputata democratica Alexandria Ocasio Cortez, che in passato aveva duramente criticato Mark Zuckerberg per la mancanza di controllo su messaggi d’odio e fake news che circolano sui suoi social network, la censura del presidente uscente non è abbastanza, ed è arrivata troppo tardi.

    “Mark Zuckerberg e Facebook – ha detto Ocasio-Cortez – hanno la loro parte di responsabilità per quello che è successo a Capitol Hill. Loro sono parte del problema. Erano a conoscenza della disinformazione che girava su Facebook e non hanno fatto niente per fermare, hanno permesso che girassero questi messaggi carichi di violenza. Sapevamo che questo era un problema, e ben prima che scoppiasse la pandemia del Covid”, ha detto la politica di New York, che sull’assalto del Campidoglio da parte dei manifestanti pro Trump ha dichiarato: “Pensavo di morire”.

    Intanto, oltre 20mila truppe della guardia nazionale statunitense sono state dispiegate a Washington a partire da mercoledì scorso con l’obiettivo di presidiare il Campidoglio, dove domani si terrà l’inaugurazione del mandato del presidente eletto Joe Biden. Tutto il mondo guarda alla solenne cerimonia con apprensione per il pericolo che si verifichino nuovi scontri dopo che l’Fbi ha lanciato l’allarme.

    Trump però ha già fatto sapere che non ci sarà: al suo posto presenzierà il vice presidente uscente, Mike Pence. Il Senato intanto deve decidere quando far partire il processo di impeachment contro il presidente uscente per i fatti del 6 gennaio dopo che la richiesta di metterlo sotto accusa è stata già approvata alla Camera grazie ai voti dei democratici e di 10 deputati repubblicani.

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