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    Afghanistan, si aprono gli storici accordi di pace tra governo afgano e talebani a Doha

    Credit: EPA/AFGHANISTAN STATE MINISTRY FOR PEACE

    Si sono aperti oggi in Qatar i primi storici colloqui di pace intra-afghani, tra rappresentanti del governo di Kabul e dei talebani, volti a mettere fine a 19 anni di guerra

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 12 Set. 2020 alle 09:39 Aggiornato il 12 Set. 2020 alle 09:59

    Afghanistan, al via ai colloqui di pace con i talebani

    Si sono aperti oggi, sabato 12 settembre, a Doha (Qatar), i primi storici colloqui di pace intra-afghani, tra rappresentanti del governo di Kabul (Afghanistan) e dei talebani, volti a mettere fine a 19 anni di guerra. Il ministro degli Esteri del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, ha dato il via alla cerimonia di apertura dei negoziati in un hotel di lusso della capitale, a fianco del segretario di Stato Usa, Mike Pompeo e dell’inviato speciale di Washington per l’Afghanistan, Zalmay Khalilzad.

    Quelli di oggi sono i primi colloqui diretti tra i talebani e i rappresentanti del governo afghano. I militanti si erano finora rifiutati di incontrare il governo, definendolo impotente e “burattino” degli americani. Le due parti mirano alla riconciliazione politica e alla fine di decenni di violenza, iniziata con l’invasione sovietica del 1979.

    Una delegazione di leader afgani ha lasciato Kabul per Doha nella giornata di ieri, in coincidenza con il 19esimo anniversario dell’attacco terroristico contro gli Stati Uniti alle Torri Gemelle che hanno messo fine al regime talebano. Il capo della delegazione, Abdullah Abdullah, ha affermato di volere “una pace giusta e dignitosa”. Giovedì i talebani hanno confermato che sarebbero stati presenti, dopo che un ultimo gruppo di sei prigionieri è stato rilasciato.

    I negoziati sono stati resi possibili dopo che gli Stati Uniti hanno firmato un accordo con i talebani lo scorso febbraio avviando un ritiro graduale delle truppe rimanenti in Afghanistan. I colloqui odierni avrebbero dovuto iniziare a marzo, ma i disaccordi su un controverso scambio di prigionieri hanno bloccato la fase successiva, così come le violenze nel Paese dove quattro decenni di guerra sono ora in una fase di stallo.

    Il negoziatore del governo afghano, l’ex ministro Abdullah Abdullah, ha ringraziato i talebani per la “disponibilità a negoziare” e è tornato a chiedere un “cessate-il-fuoco umanitario”. “Posso dirvi con fiducia oggi che il nostro Paese ricorderà questo giorno come il giorno della fine della guerra e delle sofferenze del nostro popolo”, ha detto Abdullah.

    Dal canto loro, i talebani aprendo i negoziati hanno ribadito la richiesta di un “sistema islamico” per l’Afghanistan. “Vorrei che tutti considerino l’islam nei loro negoziati e negli accordi e non sacrifichino l’islam agli interessi personali”, ha detto il leader politico dei talebani, il mullah Abdul Ghani Baradar, che ha scontato otto anni di detenzione in Pakistan, aggiungendo di volere un “sistema islamico” per il Paese. Pompeo ha invitato entrambe le parti a trovare un modo “per far ridurre la violenza e soddisfare le richieste afghane: un Pese riconciliato, con un governo che rifletta una nazione che non è più in guerra”.

    Leggi anche: 1. La guerra dimenticata in Afghanistan: un fallimento militare, politico ed economico (di Alessandro Di Battista) / 2. L’Occidente ha perso la guerra in Afghanistan e a vincere sono stati i talebani
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