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    Afghanistan, nei primi tre mesi 2020 uccisi oltre 500 civili

    Credit: Ansa foto
    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 27 Apr. 2020 alle 13:09

    Afghanistan: uccisi oltre 500 civili nei primi tre mesi del 2020

    L’Afghanistan registra un nuovo triste record: nei prime tre mesi dell’anno sono stati uccisi oltre 500 civili, tra cui un centinaio di bambini. Lo ha reso noto la Missione delle Nazioni unite in Afghanistan (Unama), che mostra la persistenza della violenza nonostante i tentativi di ridurre i combattimenti tra governo e talebani. Il rapporto della missione ha documentato un totale 533 morti e 760 feriti tra i civili, uccisi in scontri e attentati. Il documento mostra inoltre un preoccupante aumento della violenza a marzo, periodo in cui il governo afghano e i talebani avrebbero dovuto avviare negoziati di pace dopo la firma dello storico accordo del 29 febbraio tra ribelli e Stati Uniti, in cui fu concordato il ritiro delle truppe straniere entro 14 mesi.

    “I numeri delle vittime civili in Afghanistan continuano a preoccupare”, afferma a TPI Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. “Noi non sappiamo se nel 2020 si batterà nuovamente il record di vittime che viene raggiunto ogni anno e puntualmente supera quella precedente, secondo i conteggi fatto dalle organizzazioni che si occupano di Afghanistan. Una cosa però è certa: al di là dei negoziati di pace e di quanto accade a livello politico, la realtà sul campo è drammatica, per uomini, donne e bambini. La cosa sconcertante è che molti paesi europei, nonostante questi numeri, continuano a rimpatriare gli afghani, sulla base dell’idea – falsissima – che l’Afghanistan sia un paese sicuro. Ognuna di quelle morti dice il contrario”, conclude Noury.

    La Casa Bianca sta prendendo in considerazione un piano per ritirare gli ufficiali della Central Intelligence Agency dalle stazioni di tutto l’Afghanistan, in uno sforzo disperato per aumentare le prospettive di un accordo di pace con i talebani. I piani per l’accordo di pace sono stati annunciati a febbraio dai rappresentanti degli Stati Uniti e del gruppo sunnita con sede a Pashtun, che ha intrapreso un’insurrezione islamista contro il governo sostenuto dagli Stati Uniti a Kabul dal 2001.

    Ma da allora la violenza armata tra le due parti ha raggiunto il picco, spingendo molti a mettere in dubbio la fattibilità del previsto accordo di pace. 

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