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    Brexit, quali sono i prossimi passi dopo l’accordo raggiunto

    Adesso spetta al Consiglio europeo e al Parlamento di Westminster dare l’ok alla nuova bozza di accordo

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 17 Ott. 2019 alle 18:21

    Brexit, quali sono i prossimi passi dopo l’accordo raggiunto: le ultime notizie

    Londra e Bruxelles hanno siglato l’accordo sulla Brexit, ma il cammino del Regno Unito verso l’uscita dall’Ue prevista il 31 ottobre è ancora pieno di ostacoli.

    Quali sono i prossimi passi prima dell’importante data del 31 ottobre?

    I prossimi passi per la Brexit

    Adesso spetta al Consiglio europeo e al Parlamento di Westminster dare l’ok alla nuova bozza di accordo prodotta dai negoziatori di Bruxelles e da Downing Street.

    “Ora il Parlamento dovrebbe chiudere la Brexit entro sabato, così potremo passare ad altre priorità come il costo della vita, il sistema sanitario, i crimini violenti e l’ambiente”, ha aggiunto Johnson in partenza verso Bruxelles, dove è previsto che si rivolga ai leader dei 27 Paesi Ue prima del Consiglio Europeo al via nel pomeriggio.

    Poi BoJo ha annunciato novità sul tema più controverso, quello del backstop: “L’antidemocratico backstop è stato abolito. Il popolo dell’Irlanda del Nord sarà responsabile delle leggi che lo governano e avrà il diritto di mettere fine all’accordo speciale se sceglierà di farlo”.

    Il Consiglio europeo darà il suo responso entro venerdì 18 ottobre. “Spetta al Consiglio europeo (articolo 50) approvare integralmente l’Accordo di ritiro rivisto e approvare la dichiarazione politica rivista sul quadro delle future relazioni” chiarisce la Commissione.

    Sabato 19 ottobre ci sarà invece il voto di Westminster durante una seduta straordinaria. Il primo ministro inglese Boris Johnson con uno slogan afferma: “#GetBrexitDone”.

    Prima del voto di sabato mattina il governo di Boris Johnson intende presentare palla Camera dei Comuni britannica una mozione in cui chiedere ai deputati di votare “o per il deal” raggiunto oggi sulla Brexit con Bruxelles per “un no deal”. Lo ha annunciato oggi il ministro dei Rapporti col Parlamento, Jacob Rees-Mogg in aula, precisando che il voto sarà preceduto da uno statement del primo ministro e da un dibattito. La formulazione della mozione è però contestata dalle opposizioni, che vogliono far valere a legge anti-no deal.

    Accordo Brexit raggiunto, i commenti

    Le ultime notizie sull’accordo raggiunto sulla Brexit sono di reazioni in maggioranza positive. “Abbiamo un grande nuovo accordo”, ha annunciato su Twitter il premier britannico Boris Johnson, sottolineando che questo permette di “riprendere il controllo” della sovranità del Paese. “Dove c’è la volontà, c’è un accordo, ce lo abbiamo. È un accordo equo ed equilibrato per l’Ue e il Regno Unito ed è la testimonianza del nostro impegno a trovare soluzioni. Raccomando al Consiglio europeo di sostenere questo accordo”, ha esultato il presidente uscente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker.

    Gli fa eco il capo negoziatore Ue, Michel Barnier: “La pazienza è una virtù e la Brexit è una scuola di pazienza. Abbiamo trovato un accordo sul recesso ordinato e sul quadro delle nostre relazioni future. È il risultato di un lavoro intenso. I cittadini europei sono stati la nostra priorità”.

    Le previsioni degli osservatori: le ultime notizie sulla Brexit

    Per gli osservatori c’è il 50 per cento di possibilità che l’accordo passi anche se da più parti si moltiplicano gli appelli nei confronti dei parlamentari Tory euroscettici, chiamati ad approvarlo in nome del fatto che “il backstop anti-democratico” è stato eliminato. Così, ha sottolineato ad esempio il leader della Camera dei Comuni Jacob Rees-Mogg, la Gran Bretagna “sarà libera dall’Ue”.

    Un richiamo rivolto in particolare ai deputati di Eurosceptic European Research Group (Erg), che in passato hanno guidato la rivolta contro l’accordo raggiunto da Theresa May, contribuendo al suo fallimento e che ora potrebbero aiutare Johnson a far passare il nuovo accordo in Parlamento.

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