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    Reddito di cittadinanza, l’importo di giugno è più basso. Qual è il motivo?

    Di Giulia Angeletti
    Pubblicato il 28 Giu. 2019 alle 14:16 Aggiornato il 28 Giu. 2019 alle 14:21

    Reddito di cittadinanza giugno, l’importo è più basso. Come mai?

    Reddito di cittadinanza giugno | In questi giorni di fine giugno i beneficiari del reddito di cittadinanza stanno ricevendo la terza ricarica del sussidio sulla propria card rilasciata da Poste Italiane. L’Inps, infatti, tramite un post sulla sua pagina Facebook Inps per la famiglia del 26 giugno, ha ricordato alla platea di chi percepisce il nuovo beneficio economico che “le disposizioni di pagamento successive alla prima avvengono alla fine di ogni mese solare”.

    A partire dal 27 giugno sono quindi partiti i pagamenti ma subito sono arrivate diverse segnalazioni da parte dei beneficiari del RdC che si sono visti accreditare un importo più basso rispetto ai mesi precedenti. Dopo aver ricevuto diversi messaggi di persone che, appunto, lamentavano l’accredito di un importo “sbagliato” o, comunque, più basso rispetto a quanto si sono visti recapitare finora, l’istituto di previdenza ha deciso di fare chiarezza spiegando il motivo dietro questo “taglio” agli importi del sussidio economico targato M5s e introdotto con il decretone insieme a Quota 100.

    “Per gli utenti che chiedono info sulla riduzione della mensilità di giugno rispetto alle precedenti”, ha spiegato la pagina social dell’istituto, “nei rinnovi di giugno l’elemento di novità è costituito dall’inserimento del ReI tra i trattamenti 2019 che incidono sull’importo del beneficio”.

    Tradotto: nonostante in molti abbiano pensato che l’importo più basso della ricarica di giugno fosse dovuto alla trattenuta del 20 per cento che si applica sulla parte non spesa del sussidio nel corso del mese (regola peraltro non ancora “attiva” perché si attende ancora il decreto del ministero del Lavoro), in realtà il motivo del “taglio” è appunto legato allo scorporo dei trattamenti assistenziali in corso di godimento, come ad esempio il reddito di inclusione (ReI) o la carta acquisti.

    “Il beneficio economico del Rdc, su base annua, si compone dei seguenti due elementi, di cui il primo è una componente ad integrazione del reddito familiare, fino alla soglia di 6.000 euro annui, moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza ai fini Rdc; per la Pdc, la predetta soglia è incrementata a 7.560 euro (c.d. quota A). Ai soli fini del Rdc, il reddito familiare è determinato al netto dei trattamenti assistenziali eventualmente inclusi nell’ISEE ed inclusivo del valore annuo dei trattamenti assistenziali, in corso di godimento da parte dei componenti il nucleo familiare, fatta eccezione per le prestazioni non sottoposte alla prova dei mezzi. Tra questi trattamenti, a partire dal rinnovo del mese di giugno, è stato considerato anche il ReI, per le sole mensilità di competenza 2019 percepite. Questo ha determinato il ricalcolo del beneficio mensile e la diminuzione dell’importo dello stesso”, ha continuato l’Inps sulla sua pagina social, chiarendo del tutto il “malinteso”.

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