Lettera a TPI – Gli artisti della Scuola Romana nel rinnovato Museo a Villa Torlonia

Riceviamo e pubblichiamo di seguito una lettera inviataci dal professor Alessandro Monti, ordinario di Teoria e politica dello sviluppo, già Facoltà di Giurisprudenza, all’Università di Camerino.
Realizzata su progetti di Giuseppe Valadier e di Giuseppe Jappelli, ubicata in Via Nomentana non lontano da Porta Pia, Villa Torlonia, dopo un lungo abbandono, nel 1977 è stata acquistata dal Comune di Roma che ne ha recuperato l’antico splendore. Trasformando così in parco pubblico uno scrigno di perle naturalistiche di raro fascino tra giardini, laghetti e fontane che fanno da contorno a eleganti manufatti opportunamente musealizzati: la Casina delle Civette, la Serra Moresca e il Casino Nobile. Ed è al secondo piano restaurato di quest’ultimo edificio di gusto neoclassico, già residenza di Mussolini, che la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ha collocato il Museo della Scuola Romana ora riallestito e arricchito.
Aperto nel 2006 con un piccolo nucleo di opere raccolto sulla base di un’intesa tra Sovrintendenza Capitolina e Associazione Archivio della Scuola Romana fondata nel 1983 da Netta Vespignani, il Museo si proponeva di riportare l’attenzione sui movimenti che segnarono la vita artistica romana negli anni fra le due guerre mondiali e gravitavano attorno a luoghi di ritrovo emblematici della città, dislocati tra il centro storico e i rioni Monti, Pinciano e Villa Borghese.
Si trattava soprattutto di gallerie private, come la Casa d’Arte del Fratelli Bragaglia in Via Condotti, la galleria Sabatello aperta nel 1932 in Via del Babuino e la Galleria della Cometa aperta nel 1935 in piazza della Tribuna di Tor de’ Specchi su iniziativa della contessa Mimì Pecci Blunt.
Non vanno dimenticati poi i punti di incontro abituali: la Scuola Libera del Nudo (presso l’Accademia di Belle Arti), il Circolo Artistico di Via Margutta, nonché le trattorie (anche quelle dei barconi sul Tevere) e i caffè letterari come il Caffè Greco e il Caffè Aragno. A farli conoscere e valorizzare contribuirono anche le manifestazioni pubbliche promosse durante il ventennio dal Comune di Roma (poi Governatorato) con le Biennali d’Arte dal 1923 e le mostre della Quadriennale Nazionale d’Arte tenute al Palazzo delle Esposizioni dal 1931 con il patrocinio dal capo del Governo.

A parlare per primo di una “Scuola Romana” è stato il critico d’arte francese Waldemar George che nel 1933 chiamò École de Rome il gruppo di artisti che nella capitale “condivideva ideali, luoghi e atmosfere”. Messo a punto con la collaborazione di Zetema Progetto Cultura, il riallestimento del Museo della Scuola Romana è stato curato dalla Sovrintendenza Capitolina con il coordinamento di Federica Pirani, Direttrice del Patrimonio Artistico delle Ville Storiche, seguendo più aggiornati criteri museografici e didattici che hanno consentito di rivederne la narrazione storico artistica.
L’intento è offrire un racconto articolato per nuclei tematici rappresentativi dei principali ambienti creativi anche attraverso l’aggiunta di opere che accrescono la collezione o sostituiscono quelle temporaneamente accantonate della raccolta di Francesco Ingrao donata al Comune nel 2011. Le oltre 150 opere esposte includono dipinti, disegni e stampe dei più affermati artisti operanti a Roma in quel periodo tra i quali Antonietta Raphaël, Mario Mafai, Scipione (Gino Bonichi) della casa studio di Via Cavour, Renzo Vespignani, Ferruccio Ferrazzi, Fausto Pirandello, Toti Scialoja, Caterina Castellucci, Carlo Levi, Alberto Ziveri.
Il “Ritorno all’ordine” e le nuove tendenze stilistiche del “Realismo magico” sono presenti con opere di Antonio Donghi, Riccardo Francalancia, Francesco Trombadori, Gisberto Ceracchini, Carlo Socrate, Nino Bertoletti, Quirino Ruggeri. Alcuni vicini alla Scuola di Villa Strohl Fern a Villa Borghese cui è stata dedicata una accurata mostra nel 2012 proprio nel Casino Nobile. Non mancano pittori tonalisti come Corrado Cagli, Giuseppe Capogrossi Guarna, Emanuele Cavalli, Roberto Melli e Guglielmo Janni; nonché opere di scultori di primo piano come Mirko Basaldella, Pericle Fazzini, Leoncillo Leonardi e la stessa Antonietta Raphaël e di un rinomato incisore come Luigi Bartolini.
La maggior parte delle opere propone diversi sguardi sulla città che ne scoprono l’anima raccontandone i paesaggi, i mutamenti urbanistici politici e sociali attraverso variegati linguaggi artistici e stilistici. I cantieri urbani aperti durante il regime fascista per gli imponenti lavori di demolizione (“sventramenti”) e ricostruzione in vaste zone del centro storico (Spina di Borgo, piazza dell’Ara Coeli, aree del Circo Massimo …) richiamano l’interesse di pittori come Riccardo Francalancia, Francesco Trombadori, Antonio Barrera, Immacolata Zaffuto, Domenico Quattrociocchi, Eva Quajotto e altri. Mentre le atmosfere famigliari e della vita quotidiana romana sono colte con grande finezza nei dipinti di Alberto Ziveri, Adriana Pincherle, Renzo Vespignani attraverso numerosi ritratti e autoritratti.

Oltre a nuove opere dai depositi della Sovrintendenza, il percorso espositivo include lavori di proprietà privata. Tra questi spicca la serie di vedute conosciuta come Collezione Roma. 54 dipinti di identica dimensione (20 x 26 cm) realizzati tra il 1946 e il 1948 dai più importanti artisti del periodo: Afro, Mario Mafai, Filippo de Pisis, Renato Guttuso, Virgilio Guzzi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Fausto Pirandello, Renzo Vespignani e altri. Concepita dal regista Cesare Zavattini per il produttore Ferruccio Caramelli, la Collezione nel 1983 è stata acquistata dal gruppo bancario BNL – BNP Paribas e ceduta in comodato al Comune di Roma per il Museo della Scuola Romana.
Collocata in una unica sala, a guisa di museo nel museo, permette di apprezzarne e confrontarne simultaneamente qualità pittorica e scelta tematica e scoprirne i relativi intrecci. E alcuni quadretti riportano nel retro pensieri / messaggi degli autori (Trombadori,Turcato, Toso, Ferrazzi, Maccari,Truso), riprodotti in un pannello all’ingresso della sala. ll catalogo ragionato del rinnovato e arricchito museo – di imminente pubblicazione – conterrà elementi conoscitivi e di valutazione storico artistica che consentiranno di apprezzare pienamente ruolo e valore culturale della Scuola Romana nel quadro complessivo dello sviluppo dei movimenti delle arti visive della prima metà del Novevento.
Alessandro Monti
Ordinario di Teoria e politica dello sviluppo, già Facoltà di Giurisprudenza, all’Università di Camerino