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    “Ve la diamo gratis”: polemiche sulla pubblicità sessista di una ditta di sanificazione salentina

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 25 Gen. 2021 alle 14:19

    “Ve la diamo gratis”: polemiche per la pubblicità sessista di una ditta salentina

    “Ve la diamo gratis”: è questo lo slogan, corredato dalla foto di una donna in abiti sexy, scelto da una ditta salentina di sanificazione per una pubblicità, a dir poco sessista, ideata dall’azienda per promuovere i propri servizi.

    La pubblicità, divenuta virale sul web, ha provocato indignazione tra gli utenti e suscitato diverse polemiche, tanto da spingere il comune di Lizzanello, dove ha sede la società incriminata, la SGS Outsourcing, a bloccare l’affissione del manifesto.

    Nella pubblicità una donna è ritratta vestita da sexy cameriera e con uno scopino in mano, mentre lo slogan recita: “Ve la diamo gratis per un mese. La pulizia o la sanificazione ad ogni contratto annuale”.

    Una locandina “offensiva non solo per tutte le donne ma per l’intera popolazione che ho l’onore di rappresentare” ha dichiarato il sindaco di Lizzanello, Fulvio Pedone, che ha aggiunto: “Non potevamo rimanere in silenzio e far finta di nulla davanti ad uno slogan che rischiava di accomunare la nostra comunità con idee che non ci appartengono e che mai ci apparterranno”.

    L’azienda, dal canto suo, ha respinto le accuse. “Ci dispiace per il fraintendimento dovuto alla cattiva interpretazione del nostro messaggio pubblicitario, che voleva essere solo motivo di un sano sorriso e non un attacco sessista, tanto è vero che è stato creato da un grafico “donna” e che la SGS dispone di personale quasi totalmente ‘donna’” si legge in un comunicato diffuso sui social in cui viene sottolineato: “Una cosa è il sessismo, lo stalking, la violenza di genere che da sempre condanniamo e combattiamo anche attivamente, altra cosa è l’ironia che contraddistingue gli uomini e le donne liberi”.

    In un successivo comunicato, la società “ritiene di dover chiedere scusa a tutti coloro i quali si siano sentiti offesi dalla pubblicazione del post incriminato. Non era intenzione offendere la sensibilità di nessuno” aggiungendo però che: “c’è un sottile limite tra diritto di critica, di cronaca ed offese gratuite. Limite che non va oltrepassato”.

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