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    Allarme terapie intensive: in 11 Regioni superata la soglia critica del 30%

    Terapia intensiva in Emilia Romagna Credits: ANSA
    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 10 Mar. 2021 alle 16:19 Aggiornato il 10 Mar. 2021 alle 16:22

    Terapie intensive Covid: superata soglia critica del 30%

    Superate le 100mila vittime, si parla ora di “terza ondata”. A preoccupare sono i dati che riguardano le terapie intensive. Secondo il report diffuso dall’Agenzia per i servizi sanitari (Agenas), che svolge un monitoraggio giornaliero della diffusione del Covid, aggiornati al 9 marzo, le rianimazioni italiane hanno superato la soglia di occupazione critica del 30 per cento dei posti letto.

    Questa situazione è dovuta anche alla forte crescita dei ricoveri in questi reparti registrata dal 1 al 9 marzo: +6 per cento in intensiva, dal 25 per cento al 31 per cento.

    Terapie intensive Covid: undici Regioni a rischio

    Nel dettaglio, sono 11 le Regioni che registrano numeri superiori al limite stabilito. Prima su tutte il Molise che negli ultimi giorni ha visto impennare al percentuale di occupazione posti Covid al 67 per cento, sulla base della rilevazione giornaliera (9 marzo) del ministero della Salute. In base al report diffuso ieri sera, i pazienti ricoverati nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Cardarelli di Campobasso sono 13, 7 quelli al Neuromed di Pozzilli (Isernia) e 4 al Gemelli Molise di Campobasso.

    Dopo il Molise, i numeri più alti li registrano l’Umbria, con il 57 per cento dei letti occupati in rianimazione, e la Provincia autonoma di Trento (54 per cento ). Sempre oltre la soglia del 30 per cento ci sono le Marche (44 per cento), Lombardia (43 per cento ), Abruzzo (41 per cento ), Emilia-Romagna (40 per cento), Provincia autonoma di Bolzano (39 per cento), Friuli-Venezia Giulia (34 per cento), Piemonte e Toscana (36 per cento). Appena sotto soglia la Puglia (29 per cento), Lazio e Liguria al 28 per cento.

    I ricoveri non critici

    Per quanto riguarda l’occupazione dei pazienti Covid nei reparti di area non critica, cioè malattie infettive, pneumologia e medicina generale, la media nazionale è al 35 per cento, cresciuta ben del 5 per cento rispetto al 1 marzo anche se ancora sotto la soglia critica fissata al 40 per cento.

    Sono 7 le Regioni che la superano: Umbria (51 per cento), Marche (54 per cento), Emilia-Romagna (47 per cento), Lombardia (46 per cento), Molise e Abruzzo (45 per cento). Una situazione, quella descritta dal report di Agenas, che è alla base anche delle ultime raccomandazioni del comitato tecnico scientifico che proprio il 9 marzo ha chiesto all’esecutivo di rafforzare le misure anti-contagio alla luce delle varianti e della crescente pressione sugli ospedali, ipotizzando una serrata nei weekend come durante le vacanze di Natale, zone rosse locali con controlli in entrata e in uscita sul modello Codogno e maggiori restrizioni nelle Regioni gialle.

    I territorio che ancora resistono

    Buone notizie arrivano invece dalle Regioni che, al momento, sono meno interessate dal nuovo picco di contagi registrato in tutto il Paese, come Sardegna e Valle d’Aosta, rispettivamente in zona bianca e gialla. Le strutture ospedaliere in queste due regioni non rilevano sofferenze sul fronte della pressione dei pazienti Covid nelle terapie intensive e nei reparti non critici degli ospedali, secondo il report di Agenas.

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