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    Caso Suárez, spunta il Pdf con le domande dell’esame: “Come ti chiami?”

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 25 Set. 2020 alle 17:35 Aggiornato il 25 Set. 2020 alle 17:36

    Suárez, spunta il PDF con le domande dell’esame

    Spuntano le domande dell’esame “farsa” di italiano che ha affrontato il calciatore Luis Suárez il 17 settembre all’Università degli Studi di Perugia per ottenere il prima possibile la cittadinanza italiana. Il Corriere della Sera ha pubblicato il pdf al cui interno sarebbero presenti le domande concordate tra Suárez e la commissione d’esame prima dello svolgimento del test. Pdf che l’attaccante ormai ex Barcellona, ora all’Atletico Madrid, avrebbe ricevuto sulla piattaforma Teams con i temi da trattare, e che ora è in possesso degli investigatori.

    “Come ti chiami?” è la prima domanda dell’esame che ha svolto Suárez, secondo il quotidiano. Una domanda semplice semplice che il calciatore non può sbagliare. Il test prosegue con le foto di un cocomero e di un supermercato che il calciatore uruguaiano riconosce e definisce con le parole corrette. La domanda successiva è “Una città italiana?”. Il calciatore risponde: “Torino”, la città della Juventus. Infine, dopo soli dodici minuti, qualche domanda sulla sua famiglia e sul suo lavoro: “Faccio il calciatore e sono da sei anni a Barcellona”, risponde il calciatore.

    Secondo l’accusa, le domande sono state concordate in anticipo, come anche il voto finale dell’uruguaiano. E anche le intercettazioni della Guardia di finanza confermano questa tesi: “Con 10 milioni a stagione di stipendio non glieli puoi far saltare perché non ha il B1”, si sente dire all’esaminatore. Nel frattempo il rettore dell’Università degli Studi di Perugia, Maurizio Oliviero, intervistato sempre dal Corriere della Sera, si difende: “Ho svolto un ruolo istituzionale e ho dato consiglio a un conoscente ma per questo invece sono finito in un tritacarne”. “Io sono rettore dell’Università e ho rapporti con varie persone che fanno parte della dirigenza della Juventus anche perché sono un tifoso – ha aggiunto Oliviero – Una persona dello staff della Juventus, un mio amico che conosco da tempo, mi ha chiamato e mi ha detto che lo staff di Suárez si era rivolto al consolato di Barcellona e aveva bisogno di sapere se presso la mia università si può fare l’esame di italiano”.

    “Io ho chiamato prima la rettrice Giuliana Grego Bolli e poi il direttore generale Simone Olivieri che è un mio amico. Gli ho spiegato la situazione e ho creato il contatto – continua Oliviero – a entrambi posso aver detto che poteva essere una bella occasione perché sarebbe stato un modo per fare pubblicità. Spero che abbiano registrato anche le telefonate in cui io mi raccomando di fare le cose per bene, di sfruttare questa occasione importante”.

    “Ancora oggi non riesco a immaginare che ci sia stata una cialtronata. C’è l’indagine e aspettiamo i risultati. Spero davvero per il buon nome dell’università che sia solo un grande equivoco – conclude Oliviero – Spero che i pm mi convochino al più presto, così chiarirò che sono totalmente estraneo a questa storia. Io sono criticato perché sono troppo rigido, sempre rispettoso delle regole e adesso passo addirittura per mediatore. Pazzesco”.

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