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    Spostamenti, mascherine, autocertificazione: cosa cambia dal 3 giugno

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 1 Giu. 2020 alle 08:22

    Spostamenti, mascherine, autocertificazione: cosa cambia dal 3 giugno

    Cosa cambia e cosa no dopo il 3 giugno? Molte restrizioni e obblighi che ci hanno accompagnato durante gli ultimi mesi spariranno con l’inizio di una nuova fase di convivenza con il Coronavirus in Italia. Per prima cosa, dal 3 giugno non sarà più necessaria l’autocertificazione, non sarà obbligatorio utilizzarla nemmeno per gli spostamenti tra regioni. Da mercoledì, dunque, si potrà liberamente circolare senza alcuna giustificazione visto che cadrà di fatto l’ultimo divieto ancore in vigore e che rendeva necessaria ancora l’autocertificazione, ovvero lo spostamento tra regioni ora consentito solo per necessità familiari, motivi di salute o lavoro. L’indicazione è contenuta nel dpcm in vigore, lo stesso che prevede anche la fine del divieto di spostamenti interregionali. Dal 3 giugno quindi sarà possibile non solo spostarsi liberamente tra le regioni, ma cadrà anche l’obbligo della quarantena di 14 giorni per chi proviene dai Paesi dell’area Schengen e dal Regno Unito.

    Dal 15 giugno, inoltre, riapriranno i centri estivi per i bambini, i cinema, i teatri e i musei. Resta fermo l’obbligo del distanziamento sociale di un metro sia per il personale che per gli spettatori, con il numero massimo di 1.000 spettatori per spettacoli all’aperto e di 200 persone per spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala.

    Gli obblighi

    La mascherina resterà invece l’oggetto che non potremo abbandonare. Sarà obbligatoria nei luoghi al chiuso accessibili al pubblico, come nei supermercati, sui mezzi di trasporto e anche nei luoghi aperti dove è possibile che si creino assembramenti, come dinanzi alle fermate degli autobus. Resta il distanziamento sociale di un metro da applicare in ristoranti, bar, parrucchieri, uffici e in strada. Gli assembramenti saranno ancora vietati su tutto il territorio nazionale. Chi ha febbre superiore ai 37,5 gradi o un’infezione respiratoria dovrà restare a casa, così come chi è in quarantena.

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