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    Chiuso il profilo Facebook di Silvia Romano dopo le minacce e gli insulti. La procura apre un’inchiesta

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 12 Mag. 2020 alle 16:12 Aggiornato il 12 Mag. 2020 alle 19:22

    Silvia Romano, chiuso profilo Facebook dopo gli insulti social

    Il responsabile dell’antiterrorismo milanese Albero Nobili ha aperto una indagine sullo shit storm fuori dal comune che ha coinvolto Silvia Romano da quando la giovane cooperante è stata liberata in Somalia sabato 9 maggio dopo 18 mesi di prigionia. L’ipotesi, contro ignoti, è di minacce aggravate. Intanto il suo profilo Facebook, dove ai messaggi di solidarietà per la liberazione si alternavano minacce di morte e insulti, è stato chiuso. “Serena nonostante le minacce“, ha detto Romano nel colloquio di circa un’ora e mezza avuto con il pm.  Come riporta Repubblica, dopo il ritorno nel quartiere Casoretto di Milano lunedì 11 maggio, sotto casa della ragazza c’è stato un frequente passaggio di auto delle forze dell’ordine, che non presidiano il palazzo come durante le prime ore ma vi passano costantemente.

    E se sul portone sono ancora incollati i cartelli di benvenuto, in un’edicola poco lontana dalla sua abitazione è stato affisso un volantino che recita: “Tanti di noi, stufi di dover pagare i riscatti, specie di questi tempi. Salvare una vita, meritevole, per metterne a rischio molte altre?”, subito staccato dall’edicolante. Nel volantino si criticava il fatto di “subire le ingerenze politiche delle Ong che mettono a rischio i nostri pur lodevoli connazionali”.

    Il biglietto è solo uno dei tanti messaggi violenti o sessisti circolati in queste ore anche sui social contro Silvia Romano, e nemmeno tra i più efferati: molti, che non vedono di buon occhio la storia della cooperante sin dal rapimento a novembre 2018 e che hanno sempre accusato la 24enne milanese di “essersela cercata”, ora non gioiscono per la sua liberazione e avanzano dubbi sull’opportunità di pagare un riscatto, diffondendo teorie del complotto, favorite anche dal fatto che la giovane ha annunciato di essersi convertita all’Islam proprio durante la prigionia nelle mani del gruppo jihadista Al Shabaab.

    Un consigliere di Asolo (Treviso), Nico Basso, Capogruppo della civica “Verso il futuro”, ex assessore della giunta comunale leghista del comune trevigiano che ha postato su Facebook una foto di Silvia Romano, ha addirittura scritto “impiccatela”. Post che ha subito cancellato, ma che era accompagnato da altri messaggi di odio e frasi volgari. Intanto, il medico della famiglia Romano avrebbe visitato Silvia durante la giornata di oggi, martedì 12 maggio. “Sta bene, come l’avete vista quando è arrivata, anche psicologicamente”, ha dichiarato il dottor Matteo Danza uscendo dalla sua abitazione in via Casoretto. “Un controllo va sempre fatto dopo tanti mesi che si manca dall’Italia, è doveroso”, ha aggiunto il medico lasciando il palazzo dove la giovane abita con la madre.

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