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    Riaperture, ecco le Regioni che chiedono il test o l’autocertificazione per chi viene dalla Lombardia

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 1 Giu. 2020 alle 10:17

    Riaperture: le Regioni che chiedono il test per chi arriva dalla Lombardia

    Dal 3 giugno si potrà liberamente circolare senza alcuna giustificazione visto che cadrà di fatto l’ultimo divieto ancore in vigore e che rendeva necessaria ancora l’autocertificazione, ovvero lo spostamento tra regioni ora consentito solo per necessità familiari, motivi di salute o lavoro. L’indicazione è contenuta nel dpcm in vigore, lo stesso che prevede anche la fine del divieto di spostamenti interregionali. Non tutte le regioni però sono d’accordo a una riapertura incondizionata e il fronte del “no” intende applicare norme differenziate a seconda della regione di provenienza.

    Un ragionamento che si basa sui dati degli ultimi bollettini: “Le nuove vittime della pandemia da Coronavirus e i contagiati scendono, però la percentuale di positivi trovati in Lombardia resta quasi il 60% del totale, mentre i morti odierni risultano in doppia cifra solo nella regione epicentro del dramma. Così il presidente della Toscana Enrico Rossi invoca un rinvio di una settimana degli spostamenti liberi, «per arrivare anche in Lombardia – dice – a un numero di contagi molto ridotto”.

    Il ministro Roberto Speranza riconosce che “un rischio c’è e sarebbe sbagliato non riconoscerlo” ma del resto riflette “il rischio zero ora non esiste ma ci arriveremo solo quando ci sarà il vaccino e fino ad allora si tratta di assumersi dei rischi ponderati e di provare a gestire una fase diversa”.

    Lazio, Campania, Sardegna e Sicilia vorrebbero introdurre regole più ferree e controlli per chi viene dalla Lombardia e scongiurare così il rischio di nuovi casi importati: “Grande la preoccupazione per stazioni e aeroporti come Termini, Fiumicino e Ciampino”, afferma l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato, che ha chiesto di “riaprire in base ai numeri”. In Regione si valuta di introdurre l’autocertificazione per chi viene dalla Lombardia e da altri territori ad alto contagio, oltre al rafforzamento dei test e del tracciamento dei contatti dei positivi (in teoria un caposaldo della Fase 2 in tutta Italia). Il presidente della Campania Vincenzo De Luca, capofila del No, ha già annunciato “controlli e test rapidi con accresciuta attenzione”. “In Sicilia i turisti saranno tracciati”, così il governatore dell’isola Nello Musumeci. Sull’isolamento domiciliare non è escluso che possano arrivare delle ordinanze regionali, ragionano fonti vicine al ministro Boccia, aggiungendo però che finora nessuno ne ha parlato esplicitamente. Del resto se si vogliono attrarre turisti non è pensabile di metterli in quarantena a prescindere.

    Oggi ad Agorà è intervenuto il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, parlando della proposta di una certificazione sanitaria per gli arrivi. “La Sardegna vuole essere una terra ospitale e sicura dal punto di vista sanitario” e “con il governo stiamo cercando di trovare un punto di intesa per garantire questo equilibrio. Proporre un test sierologico per gli arrivi in Sardegna non significa mettere barriere, né creare discriminazioni ma solo insieme adottare filtri che ci consentano la tutela della salute contemperata con la giusta esigenza di una riapertura. Entro il 3 dovremo fare questo accordo con il governo e cerchiamo un’intesa su questo modello fino all’ultimo” qualora non si trovasse “avremo un sistema di controlli più articolato che prevede la registrazione all’ingresso e su una piattaforma e un questionario che ci serve per capire dove concentrare maggiori controlli”.

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