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    Il coltello, lo scotch, i sacchi e il contante: l’ombra della premeditazione sull’omicidio di Giulia Cecchettin

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 20 Nov. 2023 alle 11:21

    L’ombra della premeditazione sull’omicidio di Giulia Cecchettin

    Ora che la fuga di Filippo Turetta è finita in Germania, e in attesa che il 22enne venga estradato in Italia, gli inquirenti concentrano le loro attenzioni su quei dettagli che potrebbero rivelare se l’omicidio di Giulia Cecchettin fosse premeditato o meno.

    “Di sicuro qualcosa aveva in testa, ma bisogna capire cosa e come si possa poi qualificare. È qui che si giocherà l’indagine” confida un investigatore a La Repubblica.

    Per il momento Filippo Turetta è accusato di omicidio volontario. Nei giorni scorsi, dalle analisi del suo computer, è emerso che il giovane aveva cercato su Google informazioni su come reperire kit di sopravvivenza in montagna, ma anche percorsi, mappe e tracciati del Tirolo.

    Sappiamo, però, che Turerra era un appassionato di trekking e che quindi quelle ricerche potrebbe anche essere collegate a una escursione che il giovane aveva programmato e non necessariamente al delitto.

    C’è poi la questione dell’arma, presumibilmente un coltello. Giulia, infatti, è stata uccisa con circa 20 coltellate al collo e alla testa.

    Un coltello spezzato è stato trovato nella zona industriale di Fossò, dove una telecamera ha ripreso l’aggressione di Turetta ai danni di Giulia. Saranno le analisi a stabilire se si tratta del coltello con il quale il giovane ha ucciso l’ex fidanzata.

    Sempre a Fossò sono stati trovati dei pezzi di nastro adesivo. Alcuni nastri, inoltre, sarebbero stati prelevati dagli inquirenti dalla casa di Turetta. Anche in questo caso le analisi saranno decisive per chiarire se si tratta della stessa marca e dello stesso tipo.

    E ancora: i sacchi neri con i quali il giovane ha coperto il cadavere di Giulia, Turetta li aveva portati con sé o li ha recuperati da qualche parte?

    E poi c’è la questione dei soldi. Turetta, secondo il suo legale, aveva alcune centinaia di euro. Abbastanza per restare fuori di casa alcuni giorni, ma non tanti per una fuga in auto per diverse settimane, tanto che il giovane è stato arrestato dopo che era rimasto fermo con la sua perché aveva finito la benzina.

    C’è poi un ulteriore elemento da chiarire per stabilire se si sia trattato di omicidio premeditato o meno. Sappiamo che Filippo e Giulia trascorrono la serata insieme in un centro commerciale. Poi, i due tornano nei pressi dell’abitazione di Giulia dove hanno una prima lite.

    In seguito, Turetta si sposta nella zona industriale di Fossò, dove aggredisce Giulia che tenta di fuggire. Poi, forse con la ragazza già morta, inizia la sua fuga, terminata ieri in Germania.

    Se l’intenzione di Filippo fosse stata fin dall’inizio quella di uccidere Giulia perché riportarla a casa e non subito a Fossò o in un altro posto? Dubbi che gli inquirenti dovranno chiarire e sui quali si giocherà anche il processo ai danni del giovane.

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