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    Nuovo Dpcm: slittano le riaperture di bar, ristoranti, palestre e piscine. Lockdown mirati nelle zone a rischio

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 24 Feb. 2021 alle 11:14 Aggiornato il 24 Feb. 2021 alle 11:43

    Nuovo Dpcm: slittano le riaperture

    Dopo il vertice di ieri tra Cts e governo, l’esecutivo lavora al nuovo Dpcm, che sarà discusso oggi in Parlamento per essere firmato dal premier Mario Draghi alla luce del monitoraggio settimanale di venerdì 26 marzo. Secondo le prime anticipazioni, le linea sarà quella della prudenza: slitteranno infatti le riaperture di bar e ristoranti così come il ritorno alle attività sportive.

    L’insorgere delle varianti Covid e il pericolo della terza ondata impone inoltre il mantenimento del sistema dei colori, con la possibilità di procedere a lockdown mirati o a microzone “arancione scuro” in quei comuni dove i contagi aumentano a ritmo più serrato. Intanto il ministro della Cultura, Dario Franceschini, lavora con il Cts per verificare la possibilità di riaprire in sicurezza cinema e teatri.

    Le nuove regole dovrebbero entrare in vigore a partire dal 5 marzo, allo scadere dell’ultimo Dpcm varato dal governo Conte-bis.

    Sport: restano chiuse palestre e piscine

    50 persone contagiate per 100mila abitanti: questo il parametro stabilito dagli esperti del Cts per riaprire piscine e palestre, anticipato dal Corriere della Sera. Numeri da “fascia bianca” che però sembrano ancora lontani. Per questo motivo, ameno per il momento, gli scienziati non concederanno il ritorno alle attività sportive.

    Bar e ristoranti: slittano le riaperture

    Nonostante il pressing del leader della Lega Matteo Salvini e del presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, il Cts ha rimandato la decisione sulla riapertura di bar e ristoranti oltre l’orario previsto. Se ne riparlerà a fine marzo, se non addirittura a metà aprile. “Riaperture di bar e ristoranti la sera? Non ne abbiamo discusso”, ha affermato ieri Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, dopo il vertice con Mario Draghi a Palazzo Chigi.

    Il problema resta quello di limitare la circolazione delle persone e gli assembramenti, che aumentano con l’apertura dei locali di sera. Non è escluso comunque che possa esserci una valutazione diversa per quelle aree che mostrano una condizione rassicurante, sia per quanto riguarda l’andamento dei contagi, sia per la tenuta delle strutture sanitarie, pur non rientrando ancora in fascia bianca

    Nuovo dpcm: cinema e teatri

    Il ministro Franceschini sta lavorando con il Cts a un calendario per riaprire cinema e teatri in sicurezza, con un protocollo più rigido per regolare prenotazioni e ingressi. Le associazioni dei lavoratori – che rappresentano un settore completamente fermo – propongono per le proprie sale l’obbligo di indossare mascherine FFp2, di produrre biglietti nominativi (da acquistare online per non affollare le casse) in modo da consentire il tracciamento delle persone, e la sanificazione degli ambienti prima di ogni spettacolo.

    Microzone rosse

    Il sistema delle chiusure mirate prevede che, oltre all’isolamento dei comuni più colpiti dalle varianti del virus, si imponga un lockdown anche in quelli limitrofi. Nelle microzone rosse è prevista la chiusura di scuole e negozi, fatta eccezione per alimentari, farmacie, edicole e tabaccai, il divieto di uscire di casa tranne che per ragioni di “comprovata necessità” e di andare nelle seconde case che si trovano in zona rossa.

    Nuovo dpcm: le zone “arancione scuro”

    Alcuni comuni a rischio rientreranno in zona “arancione scuro”, come già avvenuto nella provincia di Brescia e in alcuni comuni dell’Emilia Romagna. Si tratta di un livello intermedio prima del lockdown: in queste zone infatti è prevista la chiusura di tutte le scuole, il divieto di uscire dal Comune di residenza e quello di aprire bar e ristoranti. Inoltre non è possibile raggiungere le seconde case che si trovano in questa fascia. La differenza con la zona rossa è che si può ancora circolare all’interno del proprio Comune, anche senza autocertificazione, e che i negozi restano aperti.

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