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    Napoli, paziente sospetto Covid trovato morto nel bagno dell’ospedale Cardarelli

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 11 Nov. 2020 alle 22:19 Aggiornato il 11 Nov. 2020 alle 22:36

     

    Un paziente ricoverato nell’Area Sospetti del pronto soccorso dell’ospedale Antonio Cardarelli di Napoli, con probabile infezione da Covid-19 e già in terapia, è stato trovato privo di vita nel bagno dell’area di Pronto soccorso oggi, mercoledì 11 novembre.

    A ritrovare il corpo è stato il personale dell’ospedale che ha notato l’eccessiva permanenza dell’uomo nella toilette. Non è al momento possibile stabilire quale sia stata la causa del malore che ha portato al decesso, potrebbe trattarsi anche di un malore improvviso. La direzione sanitaria ha avviato ogni indagine necessaria.

    Il video online

    Poco dopo il ritrovamento del corpo, qualcuno ha diffuso le immagini online. Il video sarebbe stato girato quando il personale sanitario era andato a prendere una barella su cui adagiare il corpo. “Alla famiglia dell’uomo vanno le condoglianze della direzione strategica e di tutto il personale che si spende ogni giorno per porre un argine alla violenza di questa pandemia”, ha fatto sapere la direzione generale.

    Il commento di Di Maio

    “Le immagini del paziente ritrovato morto nel bagno dell’ospedale Cardarelli di Napoli sono scioccanti. Siamo di fronte a fatti drammatici e inaccettabili, episodi che ci spingono ad agire come Governo centrale, perché non c’è più tempo”, ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. “A Napoli e in molte aree della Campania la situazione è infatti fuori controllo”, prosegue Di Maio.

    “Non è più questione di opinioni o pareri, qui a parlare è la realtà. Il paziente trovato morto accasciato nel bagno all’ospedale Cardarelli – scrive il ministro – è la più cruda e violenta di numerose testimonianze che mi giungono ogni giorno dagli ospedali campani: persone curate in auto nei parcheggi, altre che muoiono in ambulanze del 118 a cui non viene assegnata la destinazione; altre ancora che neanche vengono prelevate da casa nonostante le continue chiamate”.

    L’INCHIESTA DI TPI SUI TAMPONI FALSI IN CAMPANIA

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