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    Molecole killer contro il Coronavirus: ecco come la cura può arrivare prima del vaccino

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 13 Mag. 2020 alle 13:02 Aggiornato il 13 Mag. 2020 alle 13:31

    Molecole killer contro il Coronavirus: ecco come la cura può arrivare prima del vaccino

    Se per il vaccino potrebbero volerci almeno un anno, una cura efficace contro il Coronavirus potrebbe arrivare a breve, grazie allo sviluppo di alcune “molecole killer” contro il Covid-19. La scoperta è frutto di una collaborazione tra il genetista Giuseppe Novelli dell’Università Tor Vergata di Roma e Pier Paolo Pandolfi dell’Harvard Medical School di Boston. Novelli e Pandolfi hanno individuato le due molecole capaci di inibire il Coronavirus nell’organismo tra le migliaia presenti nella biobanca dell’Università di Toronto, in Canada. In particolare si tratta di “due anticorpi monoclonali che hanno la capacità di impedire al nuovo coronavirus di entrare nella cellula e infettarla” come spiega Novelli a Il Messaggero. “Due anticorpi selezionati – continua il genetista – riconoscono in maniera specifica una porzione della proteina “spike” del nuovo coronavirus, cioè la chiave d’accesso con cui può entrare nelle cellule. Le due molecole intervengono specificatamente su questa “chiave”, la modificano e la rendono inutilizzabile da parte del nuovo Coronavirus”.

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    L’idea, dunque, è quella somministrare ai malati gli anticorpi artificiali in modo da impedire al virus di replicarsi e quindi di sopravvivere all’interno dell’ospite. Gli anticorpi, come detto, sono stati già individuati. Quello che manca al momento è una sperimentazione, che però richiede tempi notevolmente più brevi rispetto a quelle per le vaccinazioni. “La nostra idea è quella di iniziare con la sperimentazione clinica di fase 1 e 2 in contemporanea con gli Stati Uniti, il Canada e l’India, cioè tutti gli altri paesi che stanno partecipando a questa grande collaborazione” spiega ancora Novelli, il quale si augura che il nostro Paese sostenga la sperimentazione accademica in 2 o 3 centri specializzati. “Per il nostro paese significherebbe poter avere un vantaggio straordinario nell’accesso a una cura contro il Covid-19. Se tutto filerà liscio potremmo iniziare la sperimentazione a fine giugno o agli inizi di luglio. E visto che il farmaco verrà testato sui malati, e non su persone sane come il vaccino, potremmo avere risposte sull’efficacia in tempi eccezionalmente brevi”.

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