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    Green pass obbligatorio per bar e ristoranti? Cassese e Flick: “Non limita alcuna libertà personale”

    Una ricostruzione grafica del Green Pass, il certificato digitale Covid dell'UE, davanti un ristorante, Roma, 16 luglio 2021. ANSA/ MASSIMO PERCOSSI

    I due costituzionalisti, interpellati dal Giornale, escludono profili di illegittimità della norma che il governo si appresta a varare

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 18 Lug. 2021 alle 12:34 Aggiornato il 18 Lug. 2021 alle 12:42

    Il green pass obbligatorio per entrare nei locali o per prendere i mezzi di trasporto non limiterebbe alcuna libertà, perché le esigenze di un paese vengono prima delle scelte dei singoli. A sostenerlo sono i costituzionalisti Giovanni Maria Flick e Sabino Cassese, interpellati dal giornalista Luca Fazzo per Il Giornale. Sul tema delle nuove norme anti-Covid che il governo si appresta a varare infuria il dibattito politico, con la Lega e Fratelli d’Italia che si dicono contrari.

    Secondo Cassese, i principi costituzionali non impedirebbero neanche la scelta più radicale, ovvero l’imposizione dell’obbligo del vaccino a tutti gli italiani: “L’articolo 32 dice che nessuno può essere obbligato a un trattamento sanitario se non per disposizioni di legge”, ha spiegato. Ciò dimostra che la previsione per legge di un trattamento obbligatorio è contemplata dal nostro ordinamento, come avvenuto dal 2017 per le vaccinazioni obbligatorie per i minori di sedici anni. “Per rendere obbligatoria anche la vaccinazione Covid servirebbe una norma apposta, un atto con forza di legge. E io ritengo che ben potrebbe il governo intervenire in questo modo”, specifica Cassese.

    Anche Giovanni Maria Flick esclude che il green pass obbligatorio sia una compressione illegittima della libertà individuale. “Niente affatto”, dice. “Divieti simili sarebbero una sanzione meno afflittiva del carcere o di una multa, e probabilmente ancora più efficace. Gli unici criteri che il nostro ordinamento impone per sanzioni di questo genere sono la ragionevolezza e la proporzionalità. E sfido chiunque a sostenere che simili restrizioni siano irragionevoli o sproporzionate di fronte all’esigenza di portare il paese fuori dalla pandemia. Non vuoi vaccinarti? Vai a piedi e mangi a casa tua“.

    Ma se, come sembra, l’intenzione del governo non è quella di imporre un obbligo vaccinale generalizzato, sarebbe possibile prevederlo solo per alcune categorie, come quella degli insegnanti? “Sì, non c’è dubbio. Altrimenti si rischia il paradosso: mens sana in corpore infirmo”, è la risposta di Cassese.

    “Basta leggere il primo comma dell’articolo 32 della Costituzione: che tutela la salute non solo come ‘fondamentale diritto dell’individuo’ ma anche come ‘interesse della collettività’.”, spiega Flick. “È ovvio che il contenimento della pandemia che stiamo tuttora attraversando è un interesse essenziale della collettività nazionale. E tutti sono obbligati a fare la loro parte. La Costituzione stabilisce dei diritti ma anche dei doveri. Articolo 2: ‘adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale’. Vaccinarsi oggi è uno di questi”. Il costituzionalista aggiunge che: “L’unica ipotesi davanti a cui l’obbligo di solidarietà viene meno può essere quello di patologie accertate incompatibili con la somministrazione”.

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