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    Green pass obbligatorio, Governo verso il sì. Dove non potranno andare i non vaccinati

    Credit: ANSA
    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 16 Lug. 2021 alle 08:28 Aggiornato il 16 Lug. 2021 alle 08:54

    Il Green pass potrebbe diventare obbligatorio in tutti i luoghi a rischio assembramento, come stadi, palestre, convegni, discoteche, treni, aerei e persino negli spazi al chiuso dei ristoranti. È questa l’ipotesi al vaglio del Governo che, dopo la cabina di regia attesa martedì 20 luglio, dovrebbe emanare un decreto entro fine mese per trovare una “via italiana” al Green pass.

    A preoccupare l’esecutivo – non solo italiano – è la diffusione della variante Delta del Coronavirus, che ha fatto impennare i casi in tutta Europa e sta incidendo sul numero dei nuovi positivi anche in Italia, tornati ieri a quota 2.455 con 9 morti e un tasso di positività salito all’1,28 per cento, senza finora alterare i tassi di mortalità e dei ricoveri.  Il nuovo ceppo è infatti del 60 percento più contagioso rispetto alla variante Alfa, finora dominante.

    Secondo le cifre parziali della banca dati internazionale Gisaid, in cui sono raccolte le sequenze genetiche dei campioni di tamponi anti-Covid provenienti da tutto il mondo, la variante Delta ha da poco superato il ceppo Alfa in Italia, in termini di incidenza. Un dato mostrato anche dall’aumento dei contagi, cresciuti del 61,4 percento nell’ultima settimana, secondo la Fondazione Gimbe, proprio a causa della diffusione della variante Delta, che attualmente ha un’incidenza pari al 42 per cento dei campioni sequenziati rispetto al 41 per cento del ceppo Alfa.

    Il modello francese

    Tutto è cominciato in Francia, dove all’inizio della settimana il presidente Emmanuel Macron ha annunciato una serie di nuove restrizioni per chi non è in possesso del certificato verde, rilasciato (con scadenze diverse) a chi risulta negativo a un tampone, è recentemente guarito dalla Covid-19 o è stato completamente vaccinato. Oltralpe, a partire da agosto, chiunque dovrà esibire questo passaporto sanitario per poter accedere a bar, ristoranti, centri commerciali e mezzi di trasporto. Decine di migliaia di euro di multe sono previste per gli esercenti sorpresi a violare le regole.

    L’annuncio del presidente francese aveva scatenato immediate reazioni nella politica nostrana. “Il mio invito è quello di seguire il presidente Macron, che ha fatto un discorso potente”, aveva detto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Favorevole all’approccio francese anche il Commissario straordinario per l’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo. “Per convincere gli ultimi irriducibili, utilizzare il Green pass per questo tipo di eventi potrebbe essere una buona soluzione”, aveva detto il generale. “L’idea di utilizzare il Green pass per poter partecipare alla vita sociale è raggelante, è l’ultimo passo verso la realizzazione di una società orwelliana”, aveva invece scritto su Twitter dall’opposizione, Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia.

    Il modello francese era piaciuto anche a vari esperti. “Guardiamo e impariamo”, aveva commentato l’infettivologo Matteo Bassetti, che in un post su Facebook aveva giudicato inadeguate le decisioni prese finora dal Governo. “Nel calcio siamo campioni d’Europa e nella gestione della pandemia e del Green pass? Non ci saremmo nemmeno qualificati”. “Una bella idea” quella di Parigi, anche secondo il virologo Fabrizio Pregliasco.

    Persino il ministro della Salute, Roberto Speranza, aveva elogiato Macron, spingendo per ulteriori restrizioni a chi non è in possesso del certificato verde. “È assolutamente giusto portare questo modello in Italia“, aveva sottolineato Walter Ricciardi, docente ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica e consigliere scientifico del ministro della Salute. “Bisogna fronteggiare questa quarta ondata, che è minacciosa perché la variante Delta è contagiosissima e quindi c’è la necessità di prendere misure più adeguate”.

    Sulla possibilità dell’introduzione di un Green pass obbligatorio aveva invece frenato il leader della Lega, Matteo Salvini: “Ne parleremo se e quando ce ne sarà la necessità”. Contrario al modello francese anche il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri: “No al Green pass alla francese ora che i contagi sono ancora bassi: è da valutare in prospettiva per i grandi eventi, se le ospedalizzazioni aumenteranno”. Secondo il sottosegretario però, è “giusto usare il Green pass per stadi e discoteche”. “Per i ristoranti direi di no, a meno che non si arrivi a 30mila casi al giorno”.

    Per mettere fine alle polemiche interne alla maggioranza, la ministra degli Affari Regionali Mariastella Gelmini aveva annunciato che il governo troverà una “via italiana” all’uso del pass sanitario, preannunciando una soluzione che non contempli restrizioni troppo pesanti o sanzioni severe come in Francia.

    La “via italiana” al Green pass

    La linea al momento prevalente all’interno del Governo e del Comitato tecnico scientifico (Cts), secondo Il Corriere della Sera, appare come una soluzione intermedia – un Green pass light – che vedrà l’obbligo del certificato per accedere a stadi, palestre, convegni e discoteche, salire su treni e aerei e perfino sedersi negli spazi al chiuso dei ristoranti, senza però prevedere sanzioni troppo severe.

    Tuttavia, a differenza di quanto accaduto finora, il pass sanitario dovrebbe essere rilasciato (con scadenze diverse) soltanto a chi dimostri di aver completato il ciclo vaccinale, ai guariti e a chi risulta negativo al tampone. Quindi, niente più certificazione verde per chi ha ricevuto una sola dose di vaccino. Al contempo, i criteri per l’assegnazione delle fasce di rischio ai vari territori dovrebbero però essere rivisti e allentati.

    Insomma, un colpo al cerchio e uno alla botte. Le ipotesi al vaglio dell’esecutivo, su cui il Presidente del Consiglio Mario Draghi dovrà trovare una mediazione interna alla maggioranza, vanno comunque tutte in un’unica direzione: rendere obbligatorio il Green Pass per aumentare il numero di persone disposte a vaccinarsi.

    Il Governo vorrebbe così sfruttare il cosiddetto “effetto Macron” visto in Francia, dove dopo l’annuncio del presidente in due giorni si sono prenotate per il vaccino oltre due milioni di persone, limitando però le sanzioni al fine di evitare le proteste scatenatesi Oltralpe a seguito delle nuove restrizioni.

    Tutto è rimandato comunque alla Cabina di regia che, secondo la ministra Gelmini, “si svolgerà nei prossimi giorni, probabilmente la prossima settimana”. “Sarà quella la sede in cui il governo si esprimerà”.

    Ecco dove potrebbe essere necessario il Green pass

    Al momento l’esecutivo sembra optare per l’obbligatorietà del Green pass nei locali dove la trasmissione del contagio, il contatto tra possibili positivi al Covid e il mancato rispetto del distanziamento sono più facili: stadi, discoteche, concerti, congressi ed eventi in genere. L’obbligo dovrebbe essere esteso anche a chi pratica attività sportiva al chiuso nei circoli e nelle palestre.

    Uno dei punti di maggiore discussione riguarda però i ristoranti. Una possibile mediazione potrebbe vedere l’introduzione del pass obbligatorio solo nei locali al chiuso. Il certificato potrebbe essere necessario però anche per viaggiare su treni e aerei ma, da quanto trapelato finora, non sugli altri mezzi pubblici.

    Sarebbe questo l’uso “ampio” del Green pass, come l’ha definito la ministra Gelmini, attualmente al vaglio del Governo per evitare nuove chiusure in autunno quando ormai la variante Delta sarà diventata dominante anche in Italia.

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