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    Gratta e Vinci rubato, parla il figlio del presunto ladro: “Tutti contro di noi. Ma la mia famiglia non c’entra niente””

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 8 Set. 2021 alle 10:58 Aggiornato il 12 Nov. 2021 alle 08:58

    “Quanto vale la vita, la serenità di una persona, più o meno di 500mila euro?”, se lo chiede Salvatore, figlio di Gaetano Scutellaro, l’uomo trovato a Fiumicino dalla polizia, pronto a partire per le isole Canarie dopo aver aperto un conto corrente in cui far confluire la vincita di 500mila euro di un Gratta e Vinci.

    Scutellaro non è il titolare del rivenditore di Napoli in cui il Gratta e Vinci è stato venduto, ma per tutti è diventato “il tabaccaio”. Secondo la denuncia di un’anziana signora che rivendica di aver acquistato il biglietto vincente, l’uomo – che ha dichiarato di essere l’ex marito della titolare del negozio – le avrebbe rubato il ticket e poi sarebbe fuggito.

    Aveva pronto un biglietto per Fuerteventura. Ora si trova nel carcere di Santa Maria Capua Vetere in quanto indiziato dalla Procura di Napoli dei delitti di furto pluriaggravato e tentata estorsione. Il figlio lavora invece nel bar che sorge accanto al rivenditore salito agli onori della cronaca domenica sera.

    A Fanpage dice: “Noi non c’entriamo niente”. Vorrebbe, insieme alla sua famiglia, riuscire a lavorare e recuperare la serenità perduta, ma è difficile, perché in città e sui media si parla solo di loro. Un accanimento di cui non comprende il motivo e che ha travolto anche i suoi figli.

    Visto e considerato che anche stamattina i giornali mettono in bocca parole che non ci appartengono, ci vogliono far dire cose che non sono veritiere, tra domande e interviste, non siamo in grado di dire quale sia la verità o il falso. Noi siamo estranei a questa cosa, la Procura sta facendo delle indagini che daranno sicuramente un riscontro. Comunque sia il fatto noi non entriamo in questa vicenda”, afferma Salvatore.

    Chiede che la sua famiglia sia lasciata in pace, ma lancia anche un appello alla Federazione dei Tabaccai, perché non siano lasciati soli. “Vogliamo solo lavorare, non c’entriamo niente in questa vicenda”, dice.

     

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