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    Ricordando Pippo Fava, il giornalista ucciso dalla mafia il 5 gennaio 1984

    Giuseppe Fava
    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 5 Gen. 2020 alle 17:23 Aggiornato il 5 Gen. 2020 alle 17:31

    Giuseppe Fava, il giornalista ucciso dalla mafia il 5 gennaio 1984

    Scriveva di mafia il giornalista Giuseppe detto “Pippo” Fava ucciso da Cosa Nostra davanti alla sede del Teatro Stabile di Catania mentre stava andando a prendere la nipotina a una recita il 5 gennaio 1984. Era il fondatore della rivista “I Siciliani“, ma le sue inchieste davano fastidio e così la mafia lo ha assassinato. Da quel giorno sono passati 36 anni, ma Catania continua a ricordarlo.

    “Pippo Fava combatteva la mafia con le sue inchieste sul potere politico e affaristico criminale in un momento storico in cui in Sicilia certe verità scomode andavano taciute”, ha detto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ricordando il giornalista e scrittore nel giorno del 36esimo anniversario dell’omicidio.

    “Di Pippo Fava e del suo ‘concetto etico del giornalismo’ rimane l’esempio forte e sempre attuale per i giovani e i professionisti dell’informazione, un esempio di indipendenza umana e professionale, di coraggio e lucidità. La sua eredità sono la libertà di espressione e la sua battaglia per la legalità per una società libera e democratica”, conclude Orlando.

    Per il suo omicidio sono stati condannati all’ergastolo, in qualità di mandanti il capomafia Benedetto Santapaola e suo nipote Aldo Ercolano.

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