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    L’editore di Altaforte, Francesco Polacchi, accoltellò un 30enne in discoteca

    francesco polacchi
    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 9 Mag. 2019 alle 20:22 Aggiornato il 9 Mag. 2019 alle 20:23

    Francesco Polacchi accoltellamento – Francesco Polacchi, il fondatore della casa editrice Altaforte, è di nuovo nell’occhio del ciclone Prima il putiferio scaturito dalla notizia della sua presenza al Salone del libro di Torino che ha portato il collettivo Wu Ming, il fumettista Zerocalcare e la scrittrice Michela Murgia, a boicottare il festival per protestare contro la presenza dell’editore vicino a Casapound.

    Ora un retroscena che viene fuori dal passato di Francesco Polacchi: in Sardegna nel luglio 2007 l’uomo, all’epoca 21enne, ha accoltellato a Sassari un imprenditore allora 35enne.  Il fatto avvenne fuori da una discoteca, l’ex Mantra, a Porto Rotondo la notte del 31 luglio. Un litigio poi degenerato in rissa con tanto di mazze e coltelli. Il capo della banda (composta da 14 romani) era proprio Polacchi, oggi 33enne, esponente di spicco di Casapound e “orgogliosamente fascista”.

    Francesco Polacchi, fondatore della casa editrice Altaforte, è indagato per apologia del fascismo

    L’editore di Altaforte in quell’episodio colpì con tre coltellate la vittima che finì in ospedale restandoci 20 giorni. Una volta arrestato, per Polacchi si ipotizzò il reato di tentato omicidio derubricato poi in lesioni gravi.

    Il processo, celebrato al tribunale di Tempio, ha avuto tempi molto lunghi finché il 12 gennaio 2017 il reato è stato dichiarato prescritto. “Abbiamo avviato l’azione civile nei confronti del signor Polacchi, che sarà chiamato a risarcire il signor Moretti” ha spiegato l’avvocato Pietro Diaz che assiste Stefano Moretti insieme alla collega Marcella Muzzo così come riportato da “La Nuova Sardegna”.

    È lo stesso Stefano Moretti, titolare di uno studio di tatuaggi a Sassari, a ricordare la vicenda: “Quella notte, saranno state le 4.40 del mattino, stavo entrando in discoteca perché lavorava lì la mia ragazza. Quel gruppo di ragazzi di estrema destra mi ha circondato, erano tutti giovanissimi, armati di bastoni. Mi sono saltati addosso, hanno iniziato a picchiarmi.

    Perché? Il motivo non è stato mai chiarito, io non li avevo mai visti prima. Ma credo che mi abbiano preso di mira perché non gli piacevano i miei capelli lunghi e le ciabattine che portavo ai piedi…. Ricordo che erano tanti, io invece ero solo. Per fortuna sono arrivati alcuni ragazzi ad aiutarmi ma hanno preso botte anche loro perché i romani erano molti di più. Poi ricordo la faccia di quello che mi ha accoltellato, per tre volte: diceva di essere il capo, gli altri davano retta a lui”.

    Dopo l’aggressione Polacchi e gli altri componenti del gruppo furono ritrovati dai carabinieri in un campeggio a San Teodoro nascosti in una roulotte insieme ai cinque coltelli a serramanico utilizzati nel pestaggio.

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